Nigeria; I bambini del sud seviziati nella caccia alle streghe


Eket (Nigeria), 27 feb. (Apcom)
– Jeremiah, 10 anni, ha lo
sguardo fisso sulla finestra. Grossi lacrimoni scendono
all’improvviso sulle sue guance, bruciate dal padre. Convinto di
aver dato vita a uno stregone, l’uomo ha tentato infatti di
immolarlo. E Jeremiah non è che uno delle centinaia di bambini
del sud della Nigeria vittime di una caccia alle streghe lanciata
da mesi da presunti “capi religiosi”. Una decina di loro sono
stati arrestati, tra cui Sunday Ulup-Aya, che ha confessato in un
documentario di aver ucciso 110 piccoli stregoni.

Fuggito da un anno dalla sua casa, Jeremiah ha trovato rifugio
in una casa di accoglienza nella città di Eket, nello Stato
meridionale di Akwa Ibom, in cui oggi vivono altre 170 vittime,
di età compresa tra 18 mesi e 16 anni. Tutti hanno sul loro corpo
segni evidenti delle sevizie subite: tracce di colpi di machete,
ustioni, chiodi piantati nel cuoio capelluto. Il racconto è
agghiacciante.

“Una sera, mentre assistevo a una funzione religiosa in chiesa,
la donna del pastore si è alzata e ha urlato che ero uno
stregone”, dice Jeremiah alla France presse. Il bambino viene
rinchiuso, lasciato senza acqua e cibo per diversi giorni,
percosso a colpi di bastone. “Faceva parte dell’esorcismo”,
spiega. Jeremiah si riprende, ma l’incubo è solo iniziato: viene
rinchiuso di nuovo e percosso per settimane, fino a quando il
padre, sicuro di aver perso il lavoro per causa del figlio,

/> decide di ricorrere alla benzina. “Mi ha spruzzato di benzina e
ha acceso un fiammifero. Per molti giorni non ho potuto aprire
gli occhi e la bocca”. Jeremiah sopravvive per miracolo, ma
alcuni giorni dopo, alla vista di una nuova tanica di benzina,
decide di fuggire. Suo padre è stato arrestato e ora rischia 14
anni di prigione, ma Jeremiah chiede che vengano fatte cadere le
accuse, preoccupandosi per la sorte delle tre sorelle.

Per Sam Ikpe-Itauma, responsabile dell’organizzazione non
governativa ‘Rete per la riabilitazione e i diritti dei bambini’,
Jeremiah e gli altri ospiti della casa di accoglienza di Eket
hanno avuto fortuna: “Molti bambini sono stati uccisi, gettati in
mare. Alcuni sono stati costretti a inghiottire una bacca
mortale: se sopravvivono non sono più stregoni. La maggior parte
muore”.

Negli ultimi anni, estremismo cristiano e desiderio di guadagno
hanno contribuito a dare nuova ampiezza a questa caccia alle
streghe contro i bambini, a giudizio degli esperti, anche se le
iniziative avviate dalle autorità e dalla ong cominciano da dare
i primi risultati. Tre settimane fa, una trentina di bambini sono
stati salvati dalla polizia a Uyo, capitale di Akwa Ibom, dalle
grinfie di cosiddetti pastori.

A Eket, chi pratica esorcismi a pagamento si fa grande
pubblicità. “Il numero di falsi profeti è esploso, la maggior
parte di loro sono degli emarginati”, spiega Herbert Batta,
docente dell’Università di Uyo. Per il portavoce dello Stato di
Akwa Ibom, “queste false congregazioni e certe organizzazioni che
si dicono senza fini lucro” vogliono solo “fare quattrini”.
“Oltre al petrolio, la sola industria che ha questo Stato è la
religione”, dice un tassista di Eket.

Sim

MAZ

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