MALNATE La protesta è andata in scena proprio nella giornata della festa della Madonna di Monte Morone. Così, ai piedi del Monte, le vie di Rovera sono state tappezzate con cartelli e drappi di stoffa che invitano alla tutela del verde e dell’ambiente di una zona di Malnate che in molti vogliono rimanga preservata. Per questo il messaggio è stato affidato ad alcuni striscioni appesi in bella vista alle pendici di Monte Morone: «Monte Morone è
anche tuo, non permettere che il cemento te lo porti via» lo slogan.
Ma più in generale il messaggio «No al Pgt del cemento» ha inondato le vie del paese creando curiosità tra i tanti fedeli che ieri mattina si sono recati a pregare alla Cappella della Madonna della Cintola. Sì perché Monte Morone, dove secondo i piani potrebbe trovare posto un’importante struttura sanitaria riabilitativa, è un po’ il simbolo della battaglia ambientalista condotta dal Coordinamento per la Salvaguardia del territorio malnatese. Che ha voluto intervenire in un giorno di festa. Un lungo striscione campeggiava, infatti, sul sentiero che conduce alla chiesetta e che inneggia alla salvaguardia di Monte Morone. Tra i fedeli sono stati distribuiti numerosi volantini: la sensibilizzazione è andata avanti per tutta la mattinata. Di Monte Morone ha parlato, durante le celebrazione della Messa, anche il parroco don Francesco Corti: «Madonna di Monte Morone – dice il sacerdote – ti confido che mi rende molto più triste la svendita della spiritualità persa che la vendita e l’uso di un prato di questa collina. L’ecologia è importante, ma anche l’uso equilibrato della terra per le attività umane è importante. Dire quando l’uso della terra è equilibrato non spetta alla pastorale ma alla società civile, ai gruppi di opinione e alla politica che è chiamata a discernere per il bene comune e non per il bene di parte».
Gli esponenti del Coordinamento, che hanno peraltro attivato un sito internet www.noalpgtdelcementomalnate.org, hanno illustrato i motivi per cui a loro avviso è giusto dire no ai progetti dell’amministrazione comunale: «Il Pgt – dicono – ha giustamente classificato le costruzioni esistenti come aree non soggette a trasformazione urbanistica, quindi impossibili da espandere. Ciò nonostante l’amministrazione comunale ha accettato la proposta dei proprietari di ampliare i due fabbricati esistenti dagli attuali 1133 metri quadrati a un totale di 8000 metri quadrati, consentendo inoltre la possibilità di un’ulteriore edificabilità fino a 25000 metri quadrati, equivalenti a circa 75000 metri cubi. Il progetto presentato prevede un ipotetico centro socio-assistenziale privato. Verrebbe in questo modo inserito, all’interno del Parco del Lanza e in una zona protetta da vincolo monumentale , una volumetria equivalente a quella totale di Malnate2000. Monte Morone oltre a essere uno degli ultimi polmoni verdi della nostra città, è un simbolo delle tradizioni malnatesi».
b.melazzini
© riproduzione riservata