Mobilitazione riuscita, ieri a . Preannunciata al ministro dei Trasporti dalla Uil Trasporti, perchè la , , il entri nel merito della stabilità delle regole e della dignità del lavoro a Malpensa. Ci sarà, dunque, un incontro al ministero. «Non saremo terra di conquista di , non passeranno», scandiva ieri mattina al megafono
In corteo circa 300 lavoratori, che hanno camminato lungo la rampa d’accesso al fermandosi di tanto in tanto per dare voce agli interventi dei vari rappresentanti sindacali. Tutti presenti:; presidio a sé, dentro l’aerostazione, per Adl Varese. Bandiere in vista, ma soprattutto anima e cuore. Sul piatto l’arrivo di Ryanair a Malpensa dal prossimo 1° dicembre con un aeromobile, quattro rotte e una società – la – che si occuperà dei servizi a terra per la compagnia aerea low cost, che si terrà il lavoro di check-in e subappalterà alla le operazioni di carico, scarico e smistamento bagagli. È la prima volta che capita negli aeroporti gestiti da Sea. Si rompe, così, il fronte degli handler presenti sul piazzale passeggeri, che utilizzano dipendenti con un determinato contratto di lavoro e diritti certi. Mentre il sistema delle cooperative permette una serie di operazioni non possibili con altre forme di impresa.
«Il regolamento di una cooperativa consente lo stravolgimento delle modalità di lavoro e delle normative del contratto – – Cosa che non sarebbe possibile se quelli fossero non soci lavoratori, ma dipendenti della cooperativa stessa. Perché non lo si fa?» Il nocciolo della questione è semplice. Malpensa deve essere sito di occupazione stabile, secondo i rappresentanti dei lavoratori. «Ne va anche della sicurezza dello stesso sito e della qualità dei servizi – spiega segretario generale della Uil Trasporti Lombardia presente in corteo –
Non si può degradare il lavoro per puro business, non lo permetteremo. L’intervento di Ryanair a queste condizioni sarà devastante, perché significa ribassi a danno dei lavoratori.». Come fa la Ags a servire un volo a 80 euro in meno rispetto a un concorrente? Flessibilità e part time sono già dati per scontati: «Vuol dire che un lavoratore rischia di avere tutta la giornata occupata, di stare in aeroporto 12 ore per lavorarne 4 e prendere 500-600 euro al mese», taglia corto Facchini. Noti ai lavoratori gli effetti causati dall’ingresso delle cooperative in un settore come quello aeroportuale, aggiungono i segretari della Filt regionale , e , ieri a Malpensa: «Precarietà, non applicazione del Ccnl, mancati pagamenti delle retribuzioni, arbitrarietà nei confronti dei lavoratori, problemi contributivi, cooperative che nascono e muoiono. Tutti fatti documentati».
Ags opera già a Orio al Serio: nel dibattito sulla fusione tra Sea e Sacbo si chiede «ricavando il meglio l’uno dall’altro. Questa vicenda sembra invece voler allargare le prassi peggiori», incalza la Filt. Ieri la prima avvisaglia. «Sea deve battere un colpo, non ritenere un peso le società di handling, che sono l’ossatura dell’attività aeroportuale», scandisce (Flai Ts). In corteo non solo i lavoratori dell’handling, ma anche del catering, dell’area cargo, degli autonoleggi come quelli di . Dove su 45 persone occupate una trentina hanno contratti misti, rinnovati ogni sei mesi se non addirittura di mese in mese. E se sono iscritti al sindacato sono i primi ad essere lasciati a casa quando il lavoro cala.