«Noi, gay delusi dal no alle adozioni. Non si gioca sulla pelle dei bimbi»

Insorge Giovanni Boschini, portavoce di Insubria Lgbt, dopo lo stralcio alla Cirinnà. «Un errore». E dalla giunta niente patrocinio al Pride: «Non schieriamo il Comune»

– Il ddl Cirinnà così non va. La proposta di eliminare la stepchild adoption, ovvero l’adozione per le coppie omosessuali, non piace alla comunità gay varesina. Che ritiene la modifica ipotizzata dalla maggioranza che sostiene Renzi un «gioco politico che specula sui bambini». È chiaro su questo punto, portavoce di Insubria Lgbt, e tra i promotori del Varese Pride. «Penso che il passo fatto sia sbagliato – spiega – Significa fare giochi politici sulla pelle dei bambini. In questo modo verrebbe meno il riconoscimento di un genitore biologico. Certo, dicono che ne discuteranno in un altro ddl, ma potrebbe passare troppo tempo. Di fatto, stanno eliminando un punto fondante del ddl. Stanno giocando al ribasso per andare incontro ad Alfano, ed è assurdo. Spero che almeno i diritti minimi vengano tutelati, ma a questo punto non so che testo verrà fuori. Spero facciano un passo indietro sulla modifica e conservino la stepchild adoption».

Intanto, ieri pomeriggio la giunta ha negato il patrocinio per il Varese Pride, che si svolgerà il 18 giugno a Varese. Una bocciatura unanime, dovuta al fatto che «si tratta di un argomento controverso, che vede un dibattito a livello nazionale, che non mette tutti d’accordo», è la sintesi del dibattito in giunta. «Il rispetto e l’attenzione per i diritti civili ci sono sempre – dice l’assessore a Famiglia e Persona – però non possiamo schierare il Comune appoggiando una manifestazione su un tema che è

molto divisivo. Specie in un periodo delicato come quello di giugno, che sarà vicino al periodo elettorale e mentre si sta discutendo, attualmente, del ddl Cirinnà. In ogni caso, anche a livello comunale, i servizi non discriminano nessuno, penso anche solamente al diritto alla casa».
«Siamo per i diritti di tutti. Il patrocinio non aggiunge e non toglie niente alla manifestazione, ma il Comune non si schiera»è il commento dell’assessore alla Cultura . Più duro l’assessore leghista : «Si tratta di un tema sensibile, sul quale bisogna discutere che cosa si intenda per diritti. Ogni persona ha il diritto alla salute, ad esempio, e questo non viene negato a nessuno. Ma adottare figli non è un diritto, al massimo è un dovere, un impegno che si prende. Così come non è un diritto sposarsi. Altrimenti, per assurdo, se una persona non trova qualcuno con cui sposarsi, lo Stato dovrebbe fornirgliela». Il coordinamento Varese Pride risponde subito al mancato patrocinio.

«Solitamente l’amministrazione comunale aderisce sempre convintamente, all’Italia e all’estero, con il sindaco in prima linea pronto a rappresentare tutti i cittadini» dicono in una nota.

E Boschini sottolinea: «Ovviamente, quando c’è da patrocinare convegni sulla fantomatica ideologia gender, già smentita a livello nazionale e internazionale, o da approvare mozioni a difesa della famiglia naturale, come se esiste un unico modello di famiglia univoco e perfetto, di colpo svaniscono tentennamenti e paure. Nonostante anche questo sia un argomento controverso, l’apporto del Comune non è mai mancato. Essendo che la decisione è stata
presa addirittura all’unanimità, è evidente che questa è una posizione presa per tenere la linea di chi illumina il Pirellone con frasi indegne».

Sul tema interviene anche il consigliere comunale del Pd : «Credo che sia un errore non concedere il patrocinio. Oggi più che mai occorre stare a fianco di chi si batte per i diritti civili. Anche perché il patrocinio, è bene ricordarlo, non comporta spese per il Comune. Infine, solo un anno fa il consiglio regionale concesse il patrocinio al Gay Pride di Milano: evidentemente i valori del centrodestra vanno a corrente alternata».n