«Noi, gli ultimi, i drogati di metadone»

È il gradino più basso della dipendenza ed è una beffa: questo oppioide dovrebbe curare le dipendenze. In città, tra i disperati, s’è creato un vero e proprio mercato nero tra “quelli del Sert”. E serve per l’eroina

– È un mondo sommerso, il gradino più basso della dipendenza e della disperazione, quello dei “drogati” di metadone. Un concetto che sembra paradossale, perché questo oppioide sintetico, usato come terapia sostitutiva, serve per aiutare a guarire dalla dipendenza da stupefacenti.
Dietro al metadone esiste un mercato nero tra tossicodipendenti che approfittano delle “falle” del sistema Sert per approvvigionarsi illegalmente del sostituto dell’eroina rivendendolo anche a 15 euro a dose, è una pratica che in provincia di Varese pare essere molto conosciuta negli ambienti medici.
Succede in particolare quando agli utenti del servizio per le tossicodipendenze viene dato in consegna il quantitativo corrispondente a più settimane di cura, fino ad arrivare, ad esempio, a 700 milligrammi di metadone che, in termini economici, frutterebbe circa 300 euro nel mercato nero, la maggior parte dei quali reinvestiti per riacquistare eroina e continuare “a farsi” senza spese aggiuntive.

E così, quell’eroina che ormai si voleva estinta, soppiantata dalla coca e da nuovi stili di vita, è tornata a parlare al mondo col linguaggio di sempre, quello dei visi di cera e dei corpi accasciati in posizione fetale.
Basta guardarsi in giro, tra piazza Repubblica e i portici dell’Upim, per fare un tuffo negli anni Ottanta. Questa droga non è mai del tutto scomparsa, così come i tossicodipendenti “tradizionali”, quelli con la siringa nel braccio.


Anche a Varese si mantengono sacche di emarginazione che si alimentano di eroina anche se non più assillati dalla quotidiana necessità di assumerne, grazie ai farmaci che i servizi pubblici, meritoriamente, erogano. E sono proprio loro, i tossici nati negli anni Ottanta a Varese che ci raccontano il loro mondo, fatto di espedienti per arrivare a fine giornata.
L’identikit è quello di persone over quaranta, consumati dalla “roba”, dalla vita di strada e dagli effetti collaterali che questa vita inevitabilmente produce, come quello di ritrovarsi sieropositivi e affetti da epatite C.
Facce sdentate, emaciate e agglomerati umani che bivaccano, attendendo il loro Godot, tutto il giorno al giardinetto. Questi tossicodipendenti più volte hanno tentato di intraprendere un percorso di recupero all’interno di comunità residenziali, senza successo.
Giorgio e Danilo (sole le iniziali dei nomi sono reali per la tutela della privacy) sono due tossici ormai storici a Varese. Tutti in strada li conoscono e frequentano il Sert per la dose giornaliera di metadone.

«Una boccetta contiene fino a un massimo di 150 cc – spiegano –Cento cc costano solitamente 15 euro, poi dipende dalle persone. Il Sert ne dà fino a 500 cc. Alla somministrazione del metadone, appena un operatore si distrae, fingiamo di berlo e lo sputiamo in un boccettino e poi lo vendiamo. Si smazzano anche le pillolette di Subutex. Poi si sciolgono in un po’ di acqua e si iniettano».
Il mercato nero del metadone e del Subotex ha ragione di esistere perché c’è anche chi tra i tossici non chiede aiuto al Sert.
«Il problema – continuano – è che tanti non si registrano perché si vergognano. Quindi, per non stare male durante le crisi di astinenza hanno bisogno del metadone: non tutti i giorni si hanno i soldi necessari per comprarsile dosi. Solo una parte dei tossicodipendenti è in carico ai servizi. Gli altri sono fantasmi».
Giorgio e Danilo hanno 43 anni e sono dipendenti da eroina da più di 20 anni. Entrambi hanno l’Hiv: Giorgio ha contratto il virus 12 anni fa e Danilo 15. Entrambe dormono in strada.
«Ci arrangiamo come possiamo. Nessuno di noi due ha famiglia. Ci siamo conosciuti durante uno dei diversi programmi riabilitativi che abbiamo seguito in comunità. Terminato il programma, tutti e due abbiamo rigato dritto per qualche mese e poi ci siamo ritrovati al Sert».

«Facciamo qualche furtarello per comprarci la roba, vendiamo metadone e subotex per lo stesso motivo e dormiamo o ospiti da qualche altro amico di strada o in stabili dismessi. Per mangiare andiamo dalle suore e ci rivolgiamo agli Angeli Urbani, ai City Angels e alla Caritas».