Cane avvelenato: assolto il sospettato. L’uccisione resta senza colpevoli. Il pubblico ministero d’udienza ieri ha chiesto una condanna a sei mesi per l’imputato: le prove indiziarie emerse dalle indagini dei carabinieri non sono però bastate al giudice monocratico di Varese Andrea Crema per emettere una sentenza di condanna.
La morte risale all’11 novembre 2011. L’animale, un vivace cane lupo, viveva all’interno di un’area di cantiere. I proprietari lo utilizzavano per fare la guardia alla zona di lavoro. Il cane, spesso lasciato solo, si sfogava di notte abbaiando per ore. E scatenando le proteste dei vicini. Quella notte il cane fu trovato morto: un’esca, forse una polpetta di carne, volutamente imbottita da lumachicida, lo ha ucciso.
A confermare l’assassinio le analisi dell’Asl: la concentrazione di veleno era talmente elevata da escludere che il cane lo abbia ingerito accidentalmente. I proprietari hanno denunciato l’uccisione, le indagini si sono concentrate sul più iroso dei vicini, in protesta contro i latrati e l’abbaiare del cane. L’uomo aveva anche sparato all’animale con una carabina ad aria compressa, rimediando un decreto penale di condanna per questo. In casa sua i militari hanno anche trovato un barattolo da un chilogrammo di veleno per lumache. Di uso comune, però, in molti giardini. L’imputato è stato rinviato a giudizio, ma ieri il giudice ha dovuto assolvere. La morte atroce del cane lupo a questo punto resta senza un colpevole.
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