Senza soldi per pagare la sanzione di 2.500 euro: così preferisce gli arresti domiciliari pur di saldare il suo conto con la giustizia.
È questo il caso di un sessantenne comasco, che si è trovato ad affrontare una causa penale per evitare di sborsare 2.500 euro, soldi che non ha. D’altronde le sue condizioni economiche sono drammatiche: senza lavoro, senza pensione e senza risparmi da parte, l’uomo viene aiutato a “tirare a campare” dalla sorella.
Eppure deve saldare il conto con la giustizia, a causa di un verbale dell’ispettorato del lavoro, elevato nel 2009, che ha portato a un decreto penale che lo ha condannato al pagamento dei famosi 2.500 euro.
Ma l’uomo, questi soldi, non ce li ha. Per questo, tramite lo studio legale Cofrancesco, ha deciso di presentare opposizione al decreto di condanna, nella speranza di ottenere una sospensione condizionale della pena ed evitare così di pagare l’ammenda.
La causa è finita davanti al giudice , in tribunale a Como, che però ha spiegato all’avvocato difensore del sessantenne, , l’impossibilità da parte del Tribunale di concedere la sospensione della pena, in quanto già concessa a causa di condanne – per reati minori – risalenti al 1978 e 1979.
L’unica via rimasta, per non pagare, è quella di una pena carceraria, con una molto probabile concessione dei domiciliari.
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