«Non demolite la caserma Custodisce pezzi di storia»

Non buttate giù quella caserma, perché è piena di ricordi. Questo l’appello lanciato da Luigi Mancini, varesino che tra il 1957 e il 1958 è stato in fanteria a Vigevano.

«Noi militari ci spostavamo da Vigevano a Varese per andare a esercitarci sul Chiusarella a Bregazzana. Una volta siamo stati tre giorni a Varese. Mi rincresce che si parli di abbattere quello stabile che contiene tanti ricordi. Io sono un vecchio varesino, affezionato a Varese, al Sacro Monte, al Campo dei Fiori. La caserma Garibaldi è uno dei luoghi che ho più nel cuore, insieme al teatro di piazza Giovane Italia, che è stato purtroppo demolito».

Nella caserma successero diversi episodi di vita militare. Nello specifico, Luigi ricorda la sera in cui, con gli amici, era uscito per una bicchierata. Ma la situazione era un po’ sfuggita al controllo e il gruppo era in ritardo sull’orario di rientro.

«Io e gli altri ragazzi, che eravamo un po’ ubriachi, siamo passati davanti al capo posto senza farci vedere. Ricordo che ci siamo attardati nel piazzale, quello dove adesso c’è piazza Repubblica, a fare le prove per non svegliarlo e riuscire ad entrare nella camerata senza ricevere richiami».

Il pensiero di Luigi va al Garibaldino, «quello vero», che è contenuto nella caserma: «Io lo raccontavo agli amici, lì dentro c’era il monumento originale, ma nessuno mi prendeva sul serio. Adesso, invece, è stato scritto anche dai giornali e mi si dà più credito».

«Però – conclude – lo chiedo con il cuore in mano: non fatemi raggiungere amici e parenti in cielo con il dolore di sapere quella caserma demolita e tolta alla memoria dei posteri».

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