Non è il signor Criscitiello a decidere se noi moriamo

Non saranno Pesoli o Criscitiello e il suo sito tuttomercatoweb a decidere se, come e quando deve morire il Varese.

Non lo cancellerete alzando una mano e facendo il segno della retrocessione contro un pubblico indifeso, né dicendo che sulla sua panchina non c’è più nemmeno un allenatore («ma uno sconosciuto»), che lo spogliatoio è spaccato e gli stipendi non arrivano, o chiosando venti righe anonime (solo i corvi, i perdenti e i prepotenti non si firmano) così: «La storia del Varese è finita».

Caro direttore Criscitiello,e chi per te ha scritto quelle righe così antisportive, mettiti il cuore in pace e mettilo anche a chi ti ha suggerito di fare del male al Varese: la nostra storia non finirà domani a Novara.

Non basteranno migliaia di partite né centinaia d’anni a cancellare Anastasi, Picchi, Borghi, Maroso, Meazza, Trapattoni, Fascetti, Ricky e Luca Sogliano, Sannino, Maran, De Luca, Pisano, Lazaar. Invece può bastarne una (questa) per cancellare venti righe e chi le ha pubblicate. Non basta togliere la vita al Varese da un sito per impedire a 345 bambini della scuola calcio di continuare a correre anche dopo Novara. Non serve dire o inventare che non prendono soldi da mesi per umiliare Neto, Zecchin, Forte, Pavoletti: loro domani non giocheranno per i soldi. Non devi essere conosciuto per sederti sulla nostra panchina: basta avere una faccia, e le palle. Non devi andare a perdere o vincere a Novara per continuare a sventolare la bandiera biancorossa e per dire a fine partita: «Il Varese c’è, è qui e ci sarà sempre. Il Varese siamo noi». Tu, invece, chi sei?

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