LONATE POZZOLO “Sono tutte falsità. Tutte Falsità. Non è vero niente io non ho mai detto queste cose”. L’accalorata impennata è arrivata ieri mattina dal fondo dell’aula Falcone e Borsellino dove si stava celebrando un’udienza del processo Bad Bays che vede imputati i presunti boss e accoliti della locale Legnano-Lonate, affiliata ai clan della ‘ndrangheta cirotana.
Ad inveire contro le parole del pm della Dda di Milano Giovanni Narbone un testimone: sulla carta una vittima delle estorsioni messe in atto dai vari Vincenzo Rispoli, Nicodemo Filippello ed Emanuele Decastro, ai danni di parecchi imprenditori del varesotto e del legnanese. In particolare l’uomo è il titolare di un bar di Lonate. Pochi minuti prima era salito sul banco dei testimoni negando ogni cosa: “Sono miei amici – avrebbe detto nel corso della testimonianza a porte chiuse – Da loro non ho mai ricevuto minacce, non ho mai ricevuto richieste di pagamento”.
Eppure la pubblica accusa ha portato prove consistenti a smentire le dichiarazioni del teste: un’intercettazione chiarissima svela persino l’organizzazione di una spedizione punitiva a carico dell’uomo organizzata da due esponenti del clan.
f.tonghini
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