«Non è l’Italia che abbiamo sognato» Malga Lunga, l’appello dei partigiani

Una giornata splendida e luminosa, ma non soltanto per un meteo di rara suggestione. È stato inaugurato sabato 17 novembre il Museo Rifugio della Resistenza Bergamasca alla Malga Lunga, sui monti che separano la Val Gandino dalla Val Cavallina.

Centinaia di persone hanno raggiunto il rifugio, posto a poco più di 1200 metri di quota, salendo da Gandino oppure da Sovere. Il taglio del nastro, affidato a Luigi Tarzia, partigiano della 53esima Garibaldi, é stato preceduto dalla commemorazione dei tragici fatti del 17 novembre 1944, quando fu attaccata la squadra comandata da Giorgio Paglia. Una corona d’alloro è stata deposta, con un breve corteo, sul cippo che ricorda Mario Zeduri «Tormenta» ed Efanov «Starik», i due partigiani finiti a pugnalate dai fascisti davanti alla Malga prima che gli altri fossero condotti, e successivamente fucilati, a Costa Volpino.

«La luce di quel sacrificio – ha affermato con vigore il presidente Anpi, Salvo Parigi, davanti alla lapide che ricorda l’eccidio – serva ad illuminare un’Italia migliore. Quella attuale non é l’Italia che i partigiani hanno sognato e per la quale hanno dato la vita». Parigi, classe 1924 come Luigi Tarzia «Tarzan» che lo affiancava, è stato applaudito da decine di sindaci della Bergamasca, accompagnati da gonfaloni e vessilli di rappresentanza di moltissime associazioni. Il presidente ha ribadito come «l’impegno dell’Anpi sia rivolto al futuro e il Museo non sia certo una cattedrale nel deserto».

«La Malga Lunga e gli ideali che rappresenta – ha aggiunto – vivono nel nostro impegno, ma soprattutto continueranno a vivere nei giovani cui é dedicato». Oltre a Parigi, nella nuova sala didattica che non ha potuto accogliere tutti i presenti, sono intervenuti il sindaco di Sovere, Francesco Filippini, quello di Gandino, Elio Castelli, i rappresentanti delle Camere del Lavoro CGIL della Val Camonica e di Bergamo, Daniele Gazzoli e Martino Signori, il presidente regionale ANPI,

Tullio Montagna, il presidente del Comitato antifascista di Bergamo, Carlo Salvioni e Carlo Vimercati, presidente della Fondazione Bergamasca onlus che ha sostenuto il progetto. Ha portato la sua testimonianza anche Albino Previtali, partigiano della Brigata Rosselli che operò fra la Valle Imagna e la Val Sassina. Valentina Lanfranchi ha portato il saluto di Luciana Previtali Radici, vedova di Gianni che nel 1979 donò la Malga Lunga al comune di Sovere.
Non è mancato un ricordo per Giuseppe Brighenti «Brach», partigiano morto nel 1996 che lasciò all’Anpi di Bergamo il testimone per portare avanti un progetto che ora trova compimento.

fa.tinaglia

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