«Ormai saremo sopra i 40 ettari di bosco bruciato». , presidente del parco Campo dei Fiori, ieri sera si è detto «molto demoralizzato per l’estensione dell’incendio». «Per tre giorni, alla sera, dopo la giornata trascorsa a domare le fiamme, abbiamo pensato che la situazione fosse migliorata – le sue parole – per poi trovarci al mattino con maggiori criticità da affrontare. Sta andando male, non sappiamo come ne usciremo».
Il fuoco ieri sera era arrivato sotto al “sentiero uno”, quindi sotto l’osservatorio. Il vento che soffiava forte faceva alzare sempre di più le fiamme, rendendo difficile contenere la situazione. «Non sono in grado di fare previsioni, ma di sicuro il vento sposterà di parecchio il fronte verso l’alto – diceva Barra ieri sera – Nelle notti scorse ci siamo ritrovati con un fuoco che riprendeva al mattino. Ma adesso, con il vento, l’effetto rischia di essere ancora più devastante».
Il tutto è reso ancora più difficile dai due fronti aperti: uno alla Rasa e l’altro al Campo dei Fiori, dove si combatte strenuamente alla Barassina, al monte San Francesco e alla strada che sale al Vellone fino ad arrivare all’osservatorio. «È vero che non è tutto completamente bruciato, ma la situazione è critica – continua il presidente – Quando cala la sera le operazioni di spegnimento si fermano e non si può fare altro che stare a guardare perché sarebbe da folli far andare gli uomini nel bosco di notte, con il pericolo di avere persone isolate dalle fiamme. Le abitazioni, invece, continuano ad essere protette dai presidi dei vigili del fuoco».
«Il sottobosco secco, che non riceve pioggia da mesi, costituisce un combustibile che prende fuoco con una facilità incredibile – continua Barra – Ci troviamo a combattere contro un fuoco che avanza lento ma inesorabile. Anche bagnando il terreno con l’acqua non si riesce a spegnere la brace. Basta un minimo di vento e le fiamme riprendono vita. Ci si illude di domare il fuoco».
Ieri, a Barasso, per colpa del fumo che rendeva l’aria irrespirabile, è stata evacuata un’azienda agricola con gli animali. Questa mattina, non appena la luce lo renderà possibile, si riprenderà a spegnere le fiamme con i Canadair e i vigili del fuoco. «Purtroppo in Lombardia i fronti aperti sono tanti, si fa fatica ad avere i mezzi – conclude Barra – Detto questo, in questi giorni abbiamo avuto un dispiegamento di 300 uomini, non possiamo dire che lo sforzo non sia stato commisurato all’entità».