– «Spero che sia in Italia. Il bambino non ha dietro documenti. Io penso che possa pensare di portarlo là in Russia». La disperazione di Marco Brignoli, padre del piccolo Cristian, che ha visto l’ex compagna scomparire insieme a loro figlio.
Il timore di ogni genitore, quello di veder scomparire il proprio figlio, il centro della propria vita. La creatura cui si è più legati, perché le si è data la vita.
Una storia non facile, quella del piccolo Cristian, che è in affidamento ai genitori del padre. Una decisione assunta dal Tribunale per tutelare al meglio i diritti del bambino.
Come ci racconta sempre Brignoli, contattato al telefono.
«Il bambino era stato affidato a me la prima volta due anni fa dai Carabinieri di Torino – spiega – di dove è lei. Era stato affidato da subito a me. Tra tre settimane ci sarebbe stata l’udienza in tribunale per confermare l’affidamento ai miei genitori come era avvenuto negli ultimi tempi». Una decisione, quest’ultima, presa dallo stesso padre, pensando al bene di suo figlio. «Prima era affidato a me – dice – poi ho pensato che potesse stare meglio se affidato ai miei genitori. Lei (l’ex compagna, ndr) avrà pensato che non gliel’avrebbero più dato e quindi ha deciso di portarselo via». Una supposizione. Perché al momento, mentre scriviamo, non ci sono ancora sviluppi, come confermano anche dal Comando dei Carabinieri di Varese, dove è stata presentata denuncia. E lo stesso genitore, quando lo abbiamo sentito, ha confermato che non aveva ancora notizia di sviluppi sulla vicenda.
E non gli resta, quindi, che sfogarsi. Perché il gesto della madre del piccolo non sembra avere senso. Quel gesto, il padre del piccolo Cristian, non riesce proprio a comprenderlo.
«Non mi capacito – sono le sue parole – Spero sia ancora in Italia e non voglia portarlo in Russia».
Un timore, dal momento che l’ex compagna è di origine russa, che lo attanaglia. Perché se quello fosse veramente l’obiettivo, e nel caso ci riuscisse, la situazione si complicherebbe moltissimo.