VARESE (f.man.) «Quello che ci dà fastidio è che potrebbe essere successo un migliaio di altre volte senza che nessuno se ne sia mai accorto», spiega Carlo Martegani, uno dei varesini che ha partecipato al concorso per notai che si teme truccato e su cui si è scatenata la bufera. Del resto con 3.300 candidati per appena 200 posti disponibili, e in un appuntamento che capita circa una volta ogni due anni, l’ombra dell’illecito non poteva che imporre lo stop immediato a tutto il meccanismo.
Tra i concorrenti anche il segretario cittadino della Lega Nord Carlo Piatti.
«Così abbiamo perso una settimana di lavoro per niente – commenta il futuro notaio – mesi di studio buttati nel gabinetto, e accumulato stress a livelli incredibili per un esame che per noi è fondamentale. Probabilmente dovremo ripetere tutto da capo». Già, perché delle tre prove previste che si svolgono in tre giorni consecutivi a Roma, come da prassi secondo quanto previsto dal bando indetto dal ministero della Giustizia, la prima è stata fatta, la seconda è quella incriminata che quindi è stata bloccata formalmente «per ragioni di ordine pubblico», quando i partecipanti si sono accorti delle tracce già viste tali e quali nella scuola notarile romana Anselmo Anselmi, e la terza di conseguenza non è nemmeno stata fatta. «Adesso aspettiamo che il ministero dia una risposta definitiva, perché per il momento il concorso è solo sospeso e se sarà annullato tutto come prevedibile dovremo aspettare che sia pubblicato un nuovo bando». Una cosa è certa: «Uno non è certo invogliato ad andare avanti se le cose funzionano in questo modo nei concorsi pubblici». Diciassette dei 20 piccoli casi da risolvere di cui si componeva la traccia infatti erano identici alla traccia già vista dai concorrenti della scuola Anselmi, «addirittura c’erano gli stessi nomi».
s.bartolini
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