Mette a disposizione un plafond di 90 miliardi di euro l’accordo siglato in questi giorni da Confindustria, Piccola Industria e Intesa Sanpaolo per sostenere la competitività e la trasformazione delle imprese nel cogliere le opportunità offerte dalla quarta rivoluzione industriale.
Un’intesa che, per i prossimi tre anni, intende rispondere a precisi fattori congiunturali e di contesto che influenzano l’attività delle imprese: le opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere la sfida del digitale sono infatti enormi,
ma richiedono un intervento a 360 gradi, con investimenti in capitale fisso e immateriale, soprattutto in ricerca, innovazione e formazione, nonché trasformazioni organizzative e continua attenzione alle evoluzioni in corso.
Accelerare gli investimenti delle imprese, intervenire con una logica sistemica e un orizzonte temporale esteso, sono quindi le necessità alle quali va incontro il nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria Piccola Industria, che prevede una pluralità di azioni congiunte rivolte all’intero sistema produttivo imperniate su quattro pilastri: Ecosistemi di imprese e integrazione di business; Finanza per la crescita; Capitale umano; Nuova imprenditorialità.
«Lo sviluppo delle imprese e la loro crescita dimensionale e finanziaria sono una tappa obbligata per la ripresa economica del paese – sottolinea Vincenzo Boccia, presidente Confindustria -. L’industria del futuro richiede dimensioni adeguate, per le quali servono anche buon credito e nuova finanza». E l’accordo siglato vuole sostenere gli investimenti e la crescita delle imprese con risorse importanti «e lo sguardo rivolto avanti, per incoraggiare il dinamismo soprattutto delle imprese di piccola e media dimensione».
Questo nuovo accordo, spiega Boccia «che rafforza l’impegno a sostegno delle aziende alle prese con la quarta rivoluzione industriale e punta sulla valorizzazione delle variabili qualitative per la valutazione del merito di credito, contiene alcune innovazioni rilevanti: prima tra tutte, la valorizzazione delle garanzie immobiliari ai fini dell’accesso al credito.
Ora dobbiamo continuare sulla strada del dialogo e del confronto per produrre effetti ancora più tangibili a vantaggio delle imprese, aumentando la durata dei finanziamenti e il loro ammontare, e riducendo il costo del credito».
L’Italia è tornata a crescere, ma ancora a tassi inferiori rispetto alla media UE e a incidere è il peso negativo della correzione fiscale.
Per crescere è dunque necessario investire: «Il sistema imprenditoriale italiano dopo aver dimostrato di avere la forza necessaria per superare la crisi deve oggi sostenere le sfide della quarta rivoluzione industriale – aggiunge Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo – che rappresenta una grande opportunità, ma che necessita di diverse iniziative sul fronte della patrimonializzazione, della formazione e della digitalizzazione. Azioni che richiedono investimenti sia finanziari che nel capitale umano».