TRADATE «Primo giugno 2007: Abbiate Guazzone (Varese), scoperta una fonte di Cesio 137». Questo il testo contenuto in un approfondito dossier redatto dai Verdi sul rischio radioattività in Italia. In particolare la menzione al presunto caso di Abbiate Guazzone è inserita nella sezione «Un paese radioattivo», dal sottotitolo ancor più inquietante: «La radioattività in Italia. Gli incidenti più rilevanti, tra centrali, rifiuti e criminalità organizzata».
La notizia è stata diffusa nei giorni scorsi tramite il portale verdi.it
e riportata giovedì dal quotidiano «Il Manifesto». In un lungo elenco sono citati una quarantina di episodi che dalla metà degli anni Settanta ad oggi hanno scritto la storia della radioattività nel nostro paese. Nello stesso elenco sono raccolti altri fatti avvenuti attorno alla provincia di Varese, come quello risalente al 29 gennaio 2004 a Galliate, paese in provincia di Novara a due passi da Lonate Pozzolo, dove sarebbe stato trafugato del Kripto85, mai più rinvenuto.
Su questi episodi abbiamo chiesto lumi agli autori del dossier, nonché alle autorità competenti in materia ambientale e sanitaria (Arpa Lombardia e Asl Varese) per avere maggiori dettagli circa la segnalazione. Tutte le persone interpellate hanno assicurato massima disponibilità e, svolte le opportune verifiche, sarà loro premura diffondere tutte le informazioni del caso. Il vicesindaco e assessore all’Ambiente di Tradate, Vito Pipolo, ha detto di non aver mai ricevuto notizia di questa faccenda: «E’ la prima volta che la sento – dice -, questo mi fa pensare che, anche qualora l’episodio fosse confermato, possa trattarsi di un evento marginale, ma rimando i commenti a quando avrò tutti gli elementi per valutarlo». La tendenza generale, tra tutti gli interlocutori interpellati è la prudenza, evitando gli allarmismi.
Per saperne qualcosa di più abbiamo contattato un esperto, Mario Agostinelli (ricercatore chimico-fisico Enea, presso il Ccr di Ispra e sostenitore convinto delle energie rinnovabili): «Il Cesio 137 si usa in campo industriale come emettitore gamma per fare le “radiografie” nei grandi impianti e valutare la tenuta delle saldature, per esempio nei grandi serbatoi. Diciamo che è abbastanza abituale usarlo. In uno studio condotto con l’Asl di Brescia nella mia esperienza da sindacalista Cgil avevo notato che nei macchinari in rottamazione nelle fonderie si trovavano tracce di materiale radioattivo, che venivano fusi mantenendo la radioattività. È facile pensare che il caso di Abbiate abbia una genesi analoga». Insomma, ad Abbiate potrebbero essere state rilevate fonti di Cesio137 provenienti ad esempio da rifiuti radioattivi: «Questi elementi o si usano sotto un controllo formidabile, come avviene in campo medico, oppure restano per sempre e il problema è cosa se ne fa alla fine del loro utilizzo – conclude Agostinelli -. Anche una volta rottamato il macchinario contaminato continua ad emettere radiazioni. La follia è quella di pensare che il nucleare possa essere la fonte di energia per sostituire i combustibili fossili, il problema sta proprio nel fatto che una volta utilizzati questi materiali entrano nel circuito dei rifiuti, dove continuano a mantenere le loro proprietà, al di fuori di qualsiasi controllo».
b.melazzini
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