Nuova vita con le mani trapiantate «Ora voglio impastare la pizza»

GORLA MINORE «Che emozione stringere le mani alle persone. Adesso vorrei ricominciare ad impastare». Un anno dopo il trapianto che le ha restituito le mani che le erano state amputate, Carla Mari vive una nuova vita. «Riesco ad infilarmi una maglietta, a spostare gli oggetti sul tavolo, a versare l’acqua dalla bottiglia. Posso cominciare a scrivere, a tenere in mano le posate». Piccoli gesti, ma per Carla significano che è cambiato il mondo.

Innanzitutto come sta?

Sto bene, l’intervento è riuscito perfettamente dal punto di vista chirurgico. Ora sto recuperando la sensibilità delle dita. C’è ancora molto da fare ma le cose stanno procedendo al meglio.

Sente di avere in un certo senso ricominciato a vivere?

È proprio un ricominciare. È una cosa che non si può spiegare, facciamo migliaia di gesti con le mani di cui non ci rendiamo conto finché non le perdiamo. Accarezzare un figlio, prendere le posate, anche solo toccarsi quando ti prude.

Com’è stato il percorso di riscoperta delle mani?

Non semplice. Quando è ripresa la sensibilità ho avuto dolori e fastidi, ma adesso va meglio. Il cervello ha dovuto riabituarsi rispetto a quando usavo le protesi. Ad esempio, sbattevo le mani contro la testata del letto perché dormivo senza protesi. Ho dovuto ricalcolare misure e pesi: non è stato automatico quando persi le mani, non lo è stato ora che le ho riacquistate.

Si rende conto dei miglioramenti?

I risultati li vedo giorno per giorno. Gli ultimi test di valutazione dicono che l’autonomia è già passata dal 5 al 40%. Alcuni momenti sono stati emozionanti, come quando toccando il davanzale di granito ho sentito per la prima volta il freddo. Mi veniva la pelle d’oca.

Il servizio completo su “La Provincia di Varese” di domani, 12 ottobre 2011.

e.besoli

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