LAVENA PONTE TRESA Tasse in aumento per i frontalieri. È questo il rischio che corrono gli oltre 22mila varesotti impiegati in Canton Ticino. Perché uno degli strumenti individuati per fare cassa e rimpinguare le finanze cantonali sembra proprio essere quello di incrementare la pressione fiscale nei loro confronti. Una sorta di tassa in più, l’ecotassa ventilata dalla Lega dei Ticinesi che graverebbe proprio sulle buste paga dei frontalieri.
È quanto emerso al termine dell’incontro che ha visto sedersi attorno al tavolo i presidenti e capigruppo in Gran Consiglio del movimento di Giuliano Bignasca, del Partito liberale – radicale e del Partito popolare democratico. Perché per ridurre il disavanzo, che nei conti cantonali 2013 è preventivato a 200 milioni di franchi, sono state proposte diverse misure. Una delle quali a danno diretto dei lavoratori italiani attivi in Ticino. Per raggranellare risorse i partiti propongono un aumento della soglia imponibile per i cosiddetti globalisti, ovvero i residenti stranieri senza attività lucrativa tassati con un forfait in base a quanto spendono e la revisione al rialzo delle aliquote dell’imposta alla fonte, ovvero quelle pagate dai frontalieri.
Non sarebbe più un’ecotassa, nei fatti, ma i risultati per le tasche di varesotti che ogni giorno varcano la frontiera sarebbero gli stessi. Nel complesso questi provvedimenti, cui si unirebbe anche un’amnistia fiscale cantonale, dovrebbero fruttare entrate fra i 67 e i 75 milioni. E il fatto che tre dei quattro partiti principali del Ticino sia d’accordo mette decisamente in allarme i frontalieri e i loro rappresentanti sindacali.
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b.melazzini
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