Il Consiglio dei Ministri ha varato oggi un decreto legislativo che amplia i termini dei congedi adeguando la normativa italiana alla direttiva UE n.2019/1158 relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza
Come riportato da Adkronos, le finalità dei provvedimenti sono il miglioramento della conciliazione vita-lavoro per tutti i lavoratori che abbiano compiti di cura in qualità di genitori e/o di prestatori di assistenza a terzi, al fine di conseguire una più equa condivisione delle responsabilità tra uomini e donne e di promuovere un’effettiva parità di genere sia in ambito lavorativo, sia familiare.
In particolare cambia il congedo di paternità obbligatorio, della durata di 10 giorni lavorativi fruibile dal padre lavoratore nell’arco temporale che va dai 2 mesi precedenti ai 5 successivi al parto, sia in caso di nascita sia di morte perinatale del bambino. Questo si va ad affiancare congedo di paternità cosiddetto alternativo, che spetta soltanto nei casi di morte, grave infermità o abbandono del bambino da parte della madre.
Aumenta anche da 10 a 11 mesi la durata complessiva del diritto al congedo parentale spettante al genitore solo, volto a tutelare maggiormente i nuclei familiari monoparentali;salgono da 6 a 9 i mesi di congedo parentale retribuiti al 30%, fermi restando i limiti massimi di congedo fruibili dai genitori; aumenta da 6 a 12 anni l’età del bambino entro la quale i genitori, anche adottivi e affidatari, possono fruire del congedo parentale.
Ulteriori novità sono l’estensione del diritto all’indennità di maternità in favore delle lavoratrici autonome e delle libere professioniste, anche per gli eventuali periodi di astensione anticipata per gravidanza a rischio; i datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi per l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile sono tenuti a dare priorità alle richieste formulate dalle lavoratrici e dai lavoratori con figli fino a 12 anni di età o senza alcun limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità. La stessa priorità è riconosciuta da parte del datore di lavoro alle richieste dei lavoratori che assistano terze persone.
L’INPS è incaricata di promuovere l’informazione di queste novità mediante i suoi canali, e la stessa cosa è richiesta al datore di lavoro. Previste sanzioni per quei datori di lavoro che ostacolano la fruizione del congedo di paternità obbligatoria; le aziende che ostacoleranno l’informazione e la concessione delle agevolazioni e dei diritti legati a paternità o maternità non otterranno la certificazione la certificazione della parità di genere.