La Preghiera bustocca per il Giubileo della Misericordia è quella del mitico Ginetto Grilli: come poteva essere altrimenti? «O Signui, métighi Ti chèl ca ma manca». Che significa: «O Signore, mettici Tu quello che mi manca».
È la “Uazión”, questo il titolo originale della preghiera composta da Ginetto Grilli, ineguagliabile cantastorie sinaghino, 90 anni compiuti il 31 dicembre del 2015 ma un’intatta capacità di entusiasmare con le sue poesie e filastrocche in dialetto bustocco. Lo ha dimostrato l’ultima volta solo la settimana scorsa, alla festa del Magistero dei Bruscitti “Ul Dì di Bruscitti”, incantando una platea di oltre trecento presenti con le sue splendide composizioni in dialetto, ma è pronto a stupire anche a Natale,
quando dovrebbe uscire il primo, storico Cd della canzone dialettale bustocca, a cui Ginetto ha contribuito con le parole, a fianco della voce di Umberto Rosanna e delle musiche del Maestro Fabio Gallazzi. E la “Uazión” del Ginetto, come ci ha suggerito l’ex sindaco Gigi Farioli, sembra essere fatta apposta per descrivere la devozione popolare in questi giorni di chiusura dell’Anno Santo del Giubileo della Misericordia di Papa Francesco. Ecco la poesia: «Se men gh’éssi i brasci pissè longhi / pudaria brascià pissè genti. / Se men gh’éssi i uègi pissé drizzi /pudaria sentì chi ga piangi da luntan. / Se men gh’éssi ‘na bona vista / pudaria vidé chi distanti da cá mia. / E se men gh’éssi… / E se men… e se men… / O Signui, métighi Ti chèl ca ma manca». Tradotto in italiano, la “Preghiera” significa questo: «Se io avessi braccia più lunghe / potrei abbracciare più gente. / Se io avessi orecchie più attente / potrei sentire quelli che piangono da lontano. / Se io avessi una buona vista / potrei vedere quelli distanti da casa mia. / E se io avessi… / E se io… e se io… / O Signore, mettici Tu quello che mi manca». E ancora una volta, insomma, il mitico Ginetto Grilli coglie perfettamente nel segno.