Obama: salviamo la scuola, stipendi secondo il merito


Washington, 10 mar. (Ap)
– Barack Obama si dedica anche alla
scuola pubblica: il presidente oggi ha perorato la necessità di
pagare gli insegnanti in base al merito, un principio avversato
dai sindacati del settore. Parlando alla Camera del commercio
ispanico americano, Obama ha delineato un futuro in cui la scuola
dovrà cambiare e ricevere nuovi investimenti perchè “Il declino
dell’istruzione è intollerabile”.

Nel novero delle scuole pubbliche si contano anche le cosiddette
“charter schools”, elementari o secondarie ‘sperimentali’ che
godono di maggiore autonomia ma devono rispettare certi risultati
indicati nel loro statuto individuale, o “charter”; nate da
un’idea della fine degli anni Ottanta, esistono in una quarantina
di Stati. Queste scuole piacciono pochissimo al resto del settore
che vede convogliare il denaro pubblico lontano dagli istituti
tradizionali. Fra i principi considerati pericolosi c’è proprio
lil pagamento dei professori in base al merito. Obama
dall’esperienza delle “charter schools” ha tratto delle idee, già
esposte in campagna elettorale, e si è lanciato oggi a
difenderle: la scuola pubblica, per funzionare, deve avere
coraggio ed essere innovativa.

“Troppi nel mio partito hanno avversato l’idea di compensare
la bravura dell’insegnante con aumenti di stipendio anche se
sappiamo che può fare la differenza in classe” ha detto oggi il
presidente. “Troppi nel partito repubblicano hanno avversato
nuovi investimenti nell’istruzione elementare, nonostante le
indubbie prove della sua importanza”. La riforma è imperativa,
per Obama, nonostante la crisi economica. Perché “nonostante
risorse che non hanno paragoni nel mondo, abbiamo lasciato che i
voti calassero, le scuole crollassero, la qualità degli
insegnanti si abbassasse, e che le altre nazioni ci superassero.
Il declino dell’istruzione americana è intollerabile per
l’economia, insostenibile per la democrazia, inaccettabile per i
nostri figli. C’è in gioco semplicemente il sogno americano”.

Dito puntato fra le altre cose contro i professori incapaci. Le
autorità statali e locali dovranno “prendere provvedimenti per
allontanare i cattivi insegnanti dalla classe. Voglio essere
chiaro: un insegnante che ha un’altra opportunità e non migliora,
non ha motivo di continuare a insegnare”.

Riuscirà il presidente a energizzare i professori senza
avvilirli? Ha parlato a lungo di un “impegno senza precedenti per
garantire che chiunque abbia il compito di educare i nostri figli
lo faccia il meglio possibile”. In concreto questo dovrebbe
tradursi in corsi di formazione, più investimenti e nuove
responsabilità. E fra gli altri principi che Obama ha elencato ci
sono soldi e linee guida.

Sugli standard: le autorità statali devono porsi a modello i
migliori standard mondiali e nel pacchetto di stimoli ci sono 5
miliardi per compensare quegli Stati che migliorano la qualità
degli esami.

Sull’istruzione prescolare: 5 miliardi nel pacchetto per gli
asili nido e i bambini con ‘esigenze speciali’. Inoltre, 55mila
genitori con un primo figlio avranno visite di insegnanti materni
specializzati e agli Stati si chiede di elaborare programmi per
l’apprendimento pre scolare.

La riduzione dell’abbandono degli studi è un’altra priorità, per
cui è necessario riformare le scuole peggiori, “una
responsabilità collettiva per gli americani”. Obama chiede ai
cittadini che ogni ragazzo si impegni a fare un anno di superiori
o di università in più; l’obbiettivo è avere il primato mondiale
dei laureati entro il 2020.

Il programma è ambizioso (e molto rimproverano a Obama di aver
iscritto le figliolette a una prestigiosa scuola privata di
Washington, con tutti i suoi discorsi sull’importanza
dell’istruzione pubblica). E che ne è delle iniziative di Bush,
la legge ‘No Child Left Behind’? Molte delle indicazioni scritte
in quel testo oggi restano inapplicabili per le scuole causa la
mancanza di fondi. Obama ha appena toccato l’argomento, ma
l’indicazione pare chiara: “più in là” nell’anno
l’amministrazione si accerterà che gli istituti abbiano i fondi
necessari, ma che il denaro sia condizionato ai risultati
ottenuti.

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