Esami scolastici vicini? Fosforo per migliorare le performance della memoria. Così genitori e medici di una volta cercavano di dare aiuto agli studenti in difficoltà. Oggi uno studio italiano pubblicato sul Journal of American Society of Nephrology obbliga quanto meno a una maggiore attenzione: una dieta ricca di fosforo – afferma – peggiora le condizioni dei reni.
Lo dice Rosanna Coppo, presidente della Società Italiana di Nefrologia (Sin), nell’annunciare che l’8 marzo, oltre a essere la Giornata della Donna, sarà quest’anno anche la Giornata Mondiale del Rene, che vedrà anche lo svolgimento di due convegni, il 20 febbraio a Napoli e il 24 a Torino.
Il fosforo, di per sè, non va comunque criminalizzato: il suo livello soglia nel sangue è di 4,5 milligrammi per decilitro e il rene pensa a smaltirlo. «Ma quella renale è una malattia silente – precisa Coppo – e quando si avverte il sintomo doloroso la funzione renale è già compromessa al 90%. Prima di somministrare fosforo quindi occorrerebbe esser certi di avere i reni sani».
Ma il problema, per la nefrologa torinese, non sta tanto nella supplementazione volontaria quanto in quella involontaria: «Con la dieta dovremmo assumere non più di 1000 milligrammi di fosforo al giorno. Il fatto è che siamo circondati da cibi contenenti questo elemento: lo si trova negli insaccati, nella carne, nel latte, nelle bibite confezionate, nei cibi surgelati dove il fosforo è usato come conservante, nei formaggini dove è utilizzato per dare sapore. Tutte le persone a rischio, cioè gli ipertesi, i diabetici o chi ha un familiare con malattia renale dovrebbero andare al supermercato dotati di lente di ingrandimento per poter leggere nelle etichette di ciò che acquistano il contenuto in fosforo, scritto sempre a caratteri troppo piccoli».
Lo studio italiano, condotto dai gruppi di Carmine Zoccali (a Reggio Calabria) e di Giuseppe Remuzzi (Istituto Mario Negri di Bergamo) ha analizzato i dati di 331 pazienti affetti da insufficienza renale e ha dimostrato che alti livelli di fosforo si associano a una perdita più rapida della funzione renale. «Non solo, ma ha dimostrato – conclude Coppo – che il fosforo riduce significativamente anche la risposta a una categoria di farmaci che proteggono il rene, gli Ace-inibitori». (ANSA).
a.ceresoli
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