Dopo le finte multe in arrivo via posta tradizionale dal Canton Ticino ai cittadini residenti in provincia di Varese, un’altra truffa, questa volta via e-mail, minaccia le caselle di posta elettronica e soprattutto il portafogli dei varesotti.
A denunciare di aver ricevuto una mail sospetta, via posta elettronica, è un pensionato di Besozzo. Si tratta di una e-mail proveniente da un finto account di Enel, dove l’azienda annuncia un rimborso di 219.36 euro. «Questa mail – racconta il besozzese – aveva come mittente il servizio clienti Enel e conteneva il logo corretto dell’azienda oltre a un codice fiscale». A completare la messinscena, le righe di accompagnamento, scritte in un italiano corretto, elemento che spesso rappresenta un punto debole delle mail spam. Il finto servizio clienti invitava il malcapitato destinatario a inserire i propri dati bancari, al fine di ricevere il rimborso della cifra indicata.
«La mail è riuscita a superare i filtri antispam – prosegue il pensionato di Besozzo, che per fortuna si è insospettito e non è cascato nel raggiro – ma mi ha messo sul chi va là il fatto di avere ricevuto nel giro di pochi minuti la stessa mail». Un’altra stranezza riscontrata dal cittadino, la data della mail che una volta aperta recava il 29 dicembre del 1899. «Mi era capitato in passato di aver ricevuto un rimborso da Enel che non mi era arrivato via mail ma via raccomandata con assegno»
conclude il pensionato di Besozzo, il quale ha subito riferito a Enel della strana mail ricevuta. Troppe le anomalie per essere una comunicazione veritiera; ma quanti cittadini ignari rischiano di cascarci, rivelando i loro dati bancari e quindi di vedersi prosciugare il conto? «Quelle delle truffe via mail è purtroppo un fenomeno in aumento – spiega, presidente di Federconsumatori Varese – io stesso ne ho ricevute con finti rimborsi soprattutto da parte di aziende del settore energia e gas».
Guai a rivelare via mail i propri dati personale e men che meno quello del proprio conto in banca. «I rimborsi non arrivano mai via posta elettronica, ma tramite assegno via raccomandata – prosegue De Lorenzo – anche davanti ad una mail che ti comunica il diritto ad avere un rimborso bisogna rimanere lucidi e non farsi fregare». Le cifre che i truffatori utilizzano sono sempre credibili perché tutto sommato modeste, proprio per ingannare le potenziali vittime. «Bisogna stare attentissimi e diffidare al 100%» conclude.