Officina abusiva nell’area protetta del parco Pineta: il titolare denunciato dalla guardia di finanza. Non solo: nel parco venivano scaricati rifiuti di ogni genere, dai pezzi di auto agli olii esausti. Le Fiamme Gialle di Varese, nel corso di una specifica attività finalizzata al contrasto del sommerso d’azienda, condotta dai militari della Compagnia di Gaggiolo, ha scoperto un’officina meccanica del tutto abusiva al confine tra Vedano Olona e Venegono Superiore. Praticamente una baracca, dove però in molti andavano a farsi sistemare la macchina.
L’attività di indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Varese Annalisa Palomba, ha preso il via da un’attività di intelligence, ma anche da attività di osservazione e controllo del territorio che avevano messo in evidenza un insolito ed eccessivo traffico di macchine in una piccola strada all’interno dell’area protetta del parco Pineta. Una volta individuata l’area privata meta del sospetto via vai , i militari hanno accertato la presenza di diversi autoveicoli parcheggiati all’interno della proprietà e un “casottino” in legno adibito ad officina meccanica.
Queste osservazioni e l’incrocio con le banche dati della Guardia di Finanza hanno confermato che nella proprietà si svolgeva l’esercizio di una vera e propria attività di autoriparazione, completamente abusiva.
I militari della Compagnia del Gaggiolo, insieme a personale sono entrati nell’area interessata, dove hanno trovato un autoveicolo in riparazione, materiale strumentale per lavori di meccanica, nonché rifiuti dannosi per l’ambiente derivanti dall’attività di riparazione (batterie, oli esausti, fusti metallici per oli, rottami).
Sempre all’interno dell’area, su un autocarro utilizzato come magazzino, è stata rinvenuta una notevole quantità di materiale di scarto, pezzi di ricambi di veicoli riparati, nonché sei autovetture intestate a privati lasciate in riparazione. I Finanzieri, grazie al supporto tecnico del personale dell’Arpa, hanno accertato che il materiale rinvenuto poteva essere catalogato quale “rifiuto”, gestito senza alcuna autorizzazione e con danno per l’ambiente circostante. A seguito delle irregolarità accertate, i militari hanno messo sotto sequestro l’intera area e il materiale rinvenuto, compreso quello catalogato come “rifiuto”.