Damasco, 4 feb. (TMNews) – Dopo la Tunisia e l’Egitto, la Siria,
dove il partito Baath è al potere da circa 50 anni, potrebbe
essere il prossimo Paese ad essere colpito dai movimenti di
protesta senza precedenti che da dicembre infiammano il mondo
arabo, dai Maghreb al Golfo. É quanto sostengono alcuni esperti.
“Nessun Paese arabo è al riparo dai movimenti di protesta. Le opposizioni hanno delle rivendicazioni, si sentono lesi dai poteri assoluti e dall’assenza di democrazia”, afferma Riad Qahwaji, direttore dell’Istituto del Medio Oriente e del Golfo per le analisi militari (Inegma).”Questi movimenti popolari che guadagnano terreno utilizzando i nuovi mezzi di comunicazione come internet ispirano i Paesi vicini”, afferma ancora.
Questa settimana, un gruppo ha lanciato su Facebook un appello a manifestare oggi in Siria contro la “monocrazia, la corruzione e la tirannia” e diverse migliaia di persone hanno già dato la loro adesione alla marcia sul social network, riuscendo ad aggirare la censura imposta negli ultimi tempi da Damasco.
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