Giuseppina Castiglioni ha gli occhi chiari di chi non ha nulla da nascondere, il sorriso franco e la stretta di mano decisa.
ha 81 anni e ieri è stato il suo ultimo giorno di lavoro. La battuta è scontata: «Non ditelo a Renzi, altrimenti taglia la pensione a tutti».
Il suo storico negozio di alimentari al civico 211 del Sempione, accanto alla trattoria La Sosta e a due passi dalla caserma dei vigili del fuoco, ieri sera ha abbassato le saracinesche per l’ultima volta.
Oggi alle 11 Giuseppina saluterà i clienti con un piccolo aperitivo. Cosa dirà loro? «Grazie, grazie davvero – risponde mentre consegna l’ultima spesa a una giovane cliente che l’abbraccia e scappa via per nascondere le lacrime di commozione – Sono stati 50 anni bellissimi. Di lavoro: non abbiamo mai chiuso un giorno e ai clienti anziani abbiamo sempre portato la spesa a casa».
Senza chiedere una lira o un euro di più. Cinquant’anni: «Quasi – racconta Giuseppina – Era il 1965, il negozio era di un amico di mio marito . Il proprietario aveva delle difficoltà di salute, vendeva e io dovevo lavorare».
Perché? «Perché volevamo costruire qualcosa e avevamo cinque figli dar fare crescere, da far studiare». Per onore di cronaca lo diciamo: missione compiuta. , , , e
sono tutti cresciuti benissimo, ciascuno ha trovato la sua strada e l’ha percorsa con successo.
Marco ha scelto di restare accanto alla madre nell’attività commerciale: «Sarebbe andato avanti – spiega Giuseppina – ma oggi tra tasse, spese e il cambio della ragione sociale che ti porta a stravolgere tutto, non è possibile». E pensare che all’inizio «non volevo farlo questo lavoro. A me piaceva cucire, avrei voluto occuparmi di abbigliamento. Mi sbagliavo: io amo questo lavoro che negli anni è diventato la mia vita».
Giuseppina intanto saluta , cliente da 49 anni, e racconta di aver inventato «il credito e il bonus di fine anno. Qui ancora segniamo sul libretto e i clienti saldano puntuali a fine mese. Negli anni buoni a fine anno regalavamo loro l’1% di quanto avevano speso. E la spesa di Natale, ad esempio, costava la metà».
Giuseppina ricorda il marito, «uomo di sostanza, il suo aiuto forte non l’ha mai fatto mancare», e ammette: «Decidere di chiudere è stata una sofferenza. Ma a un certo punto bisogna smettere».
Cosa le andrà di fare oggi? «Un solo desiderio: voglio annoiarmi. Un lusso che in mezzo secolo di lavoro non mi sono mai potuta concedere».
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