Oggi si vota per l’elezione di secondo livello: sindaci e consiglieri comunali si danno appuntamento a Villa Recalcati per eleggere i 16 membri del nuovo Consiglio provinciale. Sarà battaglia all’ultimo voto (ponderato) tra il centrodestra, che proverà ad effettuare il “ribaltone”, e centrosinistra, forte del presidente Gunnar Vincenzi in carica ancora per due anni, per aggiudicarsi la maggioranza.
In corsa ci sono cinque liste. Due si propongono in continuità con l’esperienza di governo della presidenza Vincenzi, e sono la lista “Civici e Democratici per la Provincia”, di area Pd, ed “Esperienza Civica”, che raduna una parte di Ncd legata al consigliere uscente Marco Magrini, alcune realtà civiche come Busto al Centro dell’ex vicepresidente Gianfranco Bottini e Lega Civica di Stefano Malerba, ma anche Orizzonte Ideale con l’ex presidente dell’associazione Antonio Banfi. Le altre tre invocano il ribaltone in maggioranza: la lista della Lega Nord, quella di Forza Italia e Fratelli d’Italia “Liberi per la Provincia” e quella di area Ncd “Insieme per una Provincia Civica”, che ha come capolista il vicepresidente uscente Giorgio Ginelli, che ha deciso di abbandonare l’alleanza del 2014 per rientrare a pieno titolo nell’area di centrodestra.
Si vota dalle 8 alle 20 di oggi nell’unico seggio elettorale di Villa Recalcati, sede della Provincia, poi alla chiusura delle urne verrà immediatamente svolto lo spoglio delle schede: in serata si potranno quindi conoscere già i sedici nuovi consiglieri provinciali. Ma come si vota? Ci saranno quattro sezioni, in sala neoclassica i Comuni di fascia A sotto i tremila abitanti (651 elettori), in sala verde quelli di fascia B, tra tremila e cinquemila (355 elettori),
in sala barocca quelli di fascia C, tra cinquemila e diecimila (367 elettori), infine alla buvette quelli delle fasce D, tra diecimila e trentamila (votano in 263), ed E, oltre i trentamila abitanti (in tutto 108 aventi diritto al voto). Come detto, il voto di ciascun elettore sarà “ponderato”, vale a dire che non tutte le schede valgono uguale. Ciascuna preferenza espressa viene infatti pesata con un punteggio assegnato in base alla fascia di popolazione di ogni amministrazione comunale: 15 punti per gli elettori della fascia A, 35 per quelli della fascia B, 62 per la fascia C, 98 per la fascia D e 264 per la fascia E. In soldoni, significa, ad esempio, che ci vogliono più di 17 consiglieri dei piccoli Comuni per pareggiare la preferenza di un eletto in una delle quattro grandi città della provincia. In palio ci sono circa 100mila punti. L’assegnazione dei seggi avverrà su base proporzionale pura: l’esperienza di due anni fa insegna che servono almeno 5-6mila voti alla lista per poter accedere ad almeno un seggio.