Omicidio D’Aleo a Busto Si attende la sentenza

BUSTO ARSIZIO – Dopo quasi sei ore di udienza, si attende ora la sentenza per Emanuele Italiano, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Salvatore D’Aleo, avvenuto il 2 ottobre del 2008 nei boschi di Vizzola Ticino e il cui cadavere fu fatto ritrovare solo 4 anni dopo. Il pubblico ministero Giovanni Narbone, a conclusione della sua lunga requisitoria, ha chiesto l’ergastolo per l’imputato, più un anno e sei mesi di isolamento in carcere. Una lunga requisitoria anche per l’avvocato

Alberto Talamone che ha negato ogni addebito. A suo dire Emanuele Italiano nulla c’entrerebbe con la banda che per anni impose il pizzo agli imprenditori gelesi di Busto Arsizio. Le accuse nei confronti del suo assistito? Tutte accuse infondate inventate di sana pianta da Rosario Vizzini e Fabio Nicastro, i due boss mafiosi, loro sì colpevoli dell’omicidio di D’Aleo, il picciotto che aveva alzato troppo la testa. La difesa ha chiesto l’assoluzione di Italiano. «Citando Martin Luther King: “I have a dream” – ha detto l’avvocato Talamone -. Io non ho un sogno, ho una speranza: che possiate credermi e assolvere il mio assistito». In serata è prevista la sentenza della corte d’assise, presieduta dal giudice Toni Novik.
Tiziano Scolari

b.melazzini

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