VIGGIU’ Omicidio Grilli: la Cassazione conferma la condanna in appello. Dieci anni a Claudio Baldan, che il 3 aprile 2009 uccise l’ex amico e vicino di casa Giampaolo Grilli, 50 anni, con due coltellate al torace e che tra un anno e mezzo potrebbe tornare dunque in libertà. Il delitto fece scalpore sulla scia della strage di Erba: alla base del delitto di Viggiù, come accaduto ad Erba nel 2006, c’erano infatti rancori derivanti da rapporti di pessimo vicinato.
La situazione era per altro nota; Grilli e Baldan vivevano con le rispettive famiglie al civico 21 di via della Croce in una casa di cortile. Un tempo erano amici (i vicini hanno raccontato di cene e grandi tavolate), poi scaramucce, piccole gelosie, scherzi di pessimo gusto, si erano trasformate in un odio letale. Sempre i vicini hanno raccontato ai carabinieri di liti furibonde in cortile, liti molto spesso scaturite da sfottò di Grilli all’indirizzo dell’ex amico. Il quale era da qualche tempo senza lavoro e aveva problemi ad una gamba a causa di una brutta caduta e di un’operazione non perfettamente riuscita.
In primo grado fu condannato dal giudice per le indagini preliminari di Varese Giuseppe Fazio a 14 anni di carcere con rito abbreviato. Assistito dall’avvocato Corrado Viazzo, Baldan si vide scontare quattro anni in sede d’Appello: la corte d’assise d’appello di Milano riconobbe all’omicida (tra l’altro reo confesso) diverse attenuanti. A cominciare dalla seminfermità mentale, alla quale furono aggiunte in secondo grado le generiche e l’attenuante della provocazione. I giudici romani hanno confermato la sentenza di secondo grado riconoscendo lo sconto di pena a Baldan: dieci anni di carcere per lui che, tra un anno e sei mesi, potrà chiedere l’affidamento ai servizi sociali e tornare parzialmente in libertà.
Simona Carnaghi
f.artina
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