Teramo, 29 ago. (TMNews) – E’ durato poco più di due ore e mezza il faccia a faccia tra Rocco Parolisi, il fratello di Salvatore Parolisi, il militare accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea, e i magistrati di Teramo che indagano sul caso. Al fratello del militare, guardia carceraria a Rovereto, gli inquirenti avrebbero chiesto informazioni riguardanti le relazioni extraconiugali del caporalmaggiore e delucidazioni sul comportamento di Salvatore nei giorni successivi al ritrovamente del cadavere di Melania. Rocco Parolisi ha iniziato il colloquio con i due magistrati teramani titolari dell’inchiesta, Davide Rosati Greta Aolisi, intorno alle 14.40, per uscire poco dopo le 17. Insieme ai pm i carabinieri di Ascoli Piceno e di Teramo.
In mattinata gli inquirenti avevano ascoltato per circa tre ore la sorella di Salvatore Parolisi, Francesca. Al centro del lungo faccia a faccia vi sarebbe stata la telefonata tra Francesca e il caporalmaggiore avvenuta il 25 maggio scorso e intercettata dai carabinieri dei Ros. Nel colloquio la sorella aveva parlato di “clienti” all’interno della caserma Clementi dove prestava servizio Salvatore Parolisi, mentre il militare si era detto dispiaciuto “che a rimetterci sia stata Melania”. Nel faccia a faccia di stamane sarebbe emerso che il termine clienti era stato utilizzato dalla sorella del militare nell’accezione napoletana, intendendo riferirsi a persone venutesi a trovare nella medesima situazione del fratello.
E’ la prima volta che i familiari di Parolisi vengono sentiti dai magistrati che indagano sul caso. In Procura a Teramo, stamane, era presente anche il padre di Salvatore, Pasquale Parolisi, che non è stato ascoltato dai pm. “Speriamo si arrivi il più presto possibile alla verità”, ha dichiarato Francesca Parolisi uscendo dagli uffici dei magistrati. “Siamo una famiglia semplice, non auguriamo quanto ci sta accadendo neanche al peggior nemico”, ha continuato. Lasciato il palazzo di Giustizia, intorno alle 18, i familiari di Parolisi si sono recati al carcere teramano di Castrogno, in cui è tuttora rinchiuso il caporalmaggiore, dove il padre incontrerà per la prima volta Salvatore dal giorno dell’omicidio.
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