Ancona, 29 apr. (TMNews) – Gli investigatori che stanno indagando sulla morte di Carmela Rea non confermano la voce circolata nelle ultime ore riguardante il presunto movente dell’assassinio della 29enne originaria di Somma Vesuviana ma residente con il marito, Salvatore Parolisi, e la figlia di 18 mesi a Folignano, nell’ascolano. L’indiscrezione che Carmela Rea sia stata assassinata perchè a conoscenza di un segreto che se rivelato avrebbe creato non poco scandalo nella sua comunità di residenza, viene smentita dagli inquirenti. Il movente dunque è ancora tutto da trovare. Carmela, insistono gli investigatori, non aveva segreti, la sua vita era pulita e non era a conoscenza di nessuna informazione scottante.
La donna, ritrovata assassinata con 35 coltellate, nel bosco dell Casermette a Ripe di Civitella, è morta dissanguata. E’ per questo motivo che i pm delle Procure di Ascoli e Teramo sono alla ricerca del luogo in cui la povera ragazza abbia perso tutto il sangue che l’ha portata alla morte per dissanguamento. L’attenzione di chi indaga è in queste ore puntata su uno scontrino ritrovato nel bosco di Ripe di Civitella, con data 19 aprile, un giorno dopo la scompara della donna. Sarebbe di un panino e di una bibita, di un luogo non frequentato dalla vittima. Dunque Carmela potrebbe essere stata uccisa il giorno seguente la scomparsa da Colle San Marco, avvenuta il 18 aprile, o qualcuno avrebbe visto il cadavere il giorno dopo senza dare l’allarme. Il corpo infatti è stato rinvenuto a seguito di una telefonata anonima soltanto il 20.
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