Omicidio Rea/ Parolisi resta in silenzio,tutto si sposta a Teramo

Ascoli Piceno, 20 lug. (TMNews) – Salvatore Parolisi è rimasto in silenzio davanti al gip di Ascoli Piceno, Carlo Calvaresi, e nell’interrogatorio di garanzia, che si è svolto oggi nel carcere di Marino del Tronto si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ora i riflettori lasciano Ascoli e tutto si sposta a Teramo. Melania Rea è stata uccisa nella Pineta di Ripe di Civitella, in provincia di Teramo, dove è stata ritrovata, massacrata con 35 coltellate. E così sarà il gip della cittadina abruzzese a dover decidere le sorti del caporal maggiore dell’Esercito che oggi, di fronte ai magistrati è apparso provato, dopo la prima notte in carcere, in cella di isolamento con l’accusa di aver ucciso la moglie, Melania Rea.

Gli atti dell’inchiesta arriveranno a Teramo tra oggi e domani dopo di che il gip teramano avrà per decidere venti giorni a disposizione, che decorrono dal deposito dell’ordinanza del gip ascolano, avvenuta lunedì scorso a tarda sera. Il ‘nuovo’ gip dovrà decidere se confermare o meno l’ordinanza che ha portato in carcere Salvatore Parolisi. Ed è proprio per questo, hanno spiegato i suoi difensori Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, che oggi Salvatore ha deciso di non parlare: “La procedura impone che il fascicolo migri a Teramo”, e davanti a quel giudice “Parolisi inizierà a difendersi”. Se il gip di Teramo confermerà la misura cautelare “chiederemo la revoca al Tribunale del riesame”, perché “La strategia difensiva è ottenere l’annullamento di custodia cautelare in carcere”. Un’ordinanza che – hanno raccontato gli avvocati – “Salvatore ha letto tutta la notte e che lo ha sorpreso, sbalordito”.

Sbalordito forse dall’efferatezza con cui nell’ordinanza viene descritto il delitto della moglie, e sorpreso forse da quelle pagine di messaggi scambiati con Ludovica e postate su Facebook, dove l’altra donna emerge sulla scena in maniera prepotente, insistente, nervosa, minacciosa. Come nell’ultimo messaggio che dà l’out out all’uomo con cui da due anni ha una relazione d’amore: o viene ad Amalfi ad incontrare i miei genitori o “altrimenti le nostre strade si divideranno senza scuse o ragioni che tengono”. Ludovica, l’altra donna, di cui Salvatore appare innamorato, ma che in un vero e proprio pressing a distanza con Melania, la moglie “battagliera”, che lottava per il suo matrimonio, ha precipitato l’uomo in quello che i magistrati nell’ordinanza descrivono come un “terribile imbuto”.

Ma i difensori dicono che, anche in carcere, “Parolisi è sereno, ha la consapevolezza di essere innocente, è un combattente, un soldato, dimostrerà la sua innocenza”. E ostentano ottimismo, per loro il “movente è fragile”, i tempi sono stretti e sull’autopsia annunciato battaglia: “Domani faremo un vertice con i consulenti. L’autopsia va rivista. Per noi il Dna femminile ritrovato sotto l’unghia dell’anulare sinistro di Melania ha un valore straordinario, è una traccia da cui partire”; e in generale “l’ordinanza lascia ampi spazi alla difesa che lasciano ben sperare”, perché “ci sono storture ed elementi labili e contraddittori, ma tutti letti in direzione univoca verso la responsabilità di Salvatore Parolisi”, e soprattutto “non prende in considerazioni ipotesi alternative”.

(Segue)

Gtu/Sar

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