Ancona, 27 apr. (TMNews) – Spunta un testimone nel giallo della morte di Carmela Rea: qualcuno, infatti, ha riferito di aver visto una donna camminare a passo spedito il 18 aprile tra le 15.30 e le 16 sulla strada che da Colle San Marco va verso Ascoli Piceno. Le Procure di Teramo e di Ascoli Piceno, che stanno indagando congiuntamente al caso, stanno vagliando l’ipotesi che quella donna fosse proprio Carmela Rea, la 29enne sparita il 18 da Colle San Marco e ritrovata morta due giorni dopo a Ripe di Civitella, nel teramano.
Proprio nei pressi del luogo dell’avvistamento di questa donna misteriosa i cani molecolari avrebbero fiutato alcune tracce di Carmela: è per questo motivo che gli investigatori hanno prelevato alcuni campioni di terreno. L’ottimismo che si respirava nelle prime ore dopo il ritrovamento del cadavere, dato dalla convinzione degli inquirenti che il giallo stesse per risolversi, sembra però lentamente sfumare. E nell’attesa dei riscontri dei Ris e la relazione dell’anatomopatologo Adriano Tagliabracci, saranno riascoltate presto alcune persone già sentite. Sotto la lente degli investigatori ci sarebbe anche un uomo che abita nei pressi di Colle San Marco e che avrebbe preso parte attivamente alla ricerche della donna, con tanto interesse da suscitare il sospetto degli inquirenti.
Un altro particolare importante emerge dalla testimonianza del marito, Salvatore Parolisi, ascoltato dai carabinieri di Ascoli come persona informata sui fatti: la coppia sarebbe già stata in precedenza nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella, circa dieci giorni prima dell’omicidio. Parolisi e la Rea, arrivati lì per giocare con la loro figlioletta Vittoria di 18 mesi, si sono poi appartati. Coincidenza che appare quanto mai inquietante, vista poi la successiva fine della donna. Ma dalle prime analisi effettuate nell’auto
del marito, sembra non emergere nulla di sinistro. Qualcosa che non torna però c’è, almeno per quanto riguarda la quantità di sangue rinvenuta attorno al cadavere e nella salma. La donna ha perso molto sangue, sicuramente più di quanto sia stato trovato nel bosco di Ripe di Civitella, è per questo che si cerca un terzo luogo, intermedio tra quello della scomparsa e quello del ritrovamento, in cui probabilmente Carmela è stata aggredita.
La donna potrebbe poi essere stata portata nel bosco della Casermette moribonda, ma non ancora deceduta, come confermerebbero quei segni di lotta ritrovati attorno al chiosco del luogo del delitto, compresi un orecchino e alcune tracce biologiche. E’ per questo che anche oggi si susseguono senza sosta nuovi sopralluoghi, per impedire che il maltempo cancelli le ultime importanti tracce. Si stanno passando al setaccio anche luoghi impervi alla ricerca di qualcosa che attesti il passaggio di Carmela, la giovane originaria di Somma Vesuviana, residente con il marito e la figlia a Folignano (Ap). Intanto, nella vita della giovane non sono state rinvenute ombre di una doppia vita, anche analizzando le schede, i telefonini e il computer. Proprio dal telefonino emergerebbe che il marito, il caporalmaggiore Parolisi, avrebbe provato a chiamare la donna alle 15.20, non vedendola tornate dal bagno in cui ha detto di dover andare. Il telefono a quell’ora agganciava già la cella del luogo del ritrovamento. Chi è dunque il mostro che ha intercettato una ragazza normale, senza grilli per la testa, per ucciderla con 35 coltellate, martoriandole il tronco e sfregiandole il viso? Carmela sarebbe stata importunata da qualcuno che lei ha respinto, correndo poi incontro alla morte. Pian piano pare sgonfiarsi la pista della donna killer, in quanto sembra difficile che una donna uccida con un’arma bianca, mentre la siringa ritrovata sul seno della donna, del quale contenuto si attende il risultato delle analisi, e la svastica sulla coscia destra appaino sempre più come goffi tentativi di depistaggio.
Xan/Cro
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