Le concentrazioni di gas serra hanno raggiunto i massimi livelli da 800 mila anni a questa parte e se non verranno drasticamente ridotte i cambiamenti climatici impatteranno in maniera «severa, globale e irreversibile» sul nostro pianeta: a lanciare l’ennesimo grido d’allarme è il Rapporto finale del gruppo di esperti sui cambiamenti climatici dell’Onu (Ipcc). Un documento presentato a Copenaghen che racchiude sette anni di lavoro di migliaia di scienziati di oltre 190 Paesi di tutto il mondo e ha ottenuto l’approvazione
dei governi.
«Le emissioni mondiali di gas serra devono essere ridotte dal 40 al 70% tra il 2010 e il 2050 e sparire dal 2100 – spiega l’Ipcc –. La temperatura media della superficie della Terra e degli oceani ha acquistato 0,85 °C tra il 1880 e il 2012. Resta poco tempo per riuscire a mantenere l’aumento della temperatura entro i due gradi centigradi» rispetto al 1990, il limite che si è data la comunità internazionale per evitare conseguenze tragiche per l’uomo e la natura.
Per gli scienziati, la causa principale dell’aumento dei gas serra e del riscaldamento del pianeta, è principalmente la combustione di carboni fossili e la deforestazione. E gli effetti di questa situazione sono già visibili in tutto il mondo: aumento delle precipitazioni in alcune zone e scomparsa in altre; distribuzione alterata delle specie marine e terrestri; raccolti in calo; ondate di calore più frequenti in Europa, Asia e Australia.
Se il riscaldamento del clima continua, avverte l’Ipcc, le conseguenze saranno gravi in termini di sicurezza alimentare, disponibilità di acqua potabile, inondazioni e tempeste, con un probabile aumento in alcune aree di conflitti per l’accesso alle risorse.
«Dobbiamo agire ora per ridurre le emissioni di anidride carbonica, ridurre gli investimenti nel carbone e adottare energie rinnovabili – commenta il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon –. L’azione contro il cambiamento climatico può contribuire alla prosperità economica, a un migliore stato di salute e a città più vivibili», aggiunge Ban Ki-moon, che lo scorso 23 settembre ha organizzato un summit dell’Onu sul clima a cui hanno preso parte 120 capi di Stato e di governo.
Per il nostro ministro per l’Ambiente, Gianluca Galletti, «il Rapporto Ipcc sui gas serra è una chiamata alle responsabilità per il mondo, serve una presa di coscienza globale». Per il Wwf Italia, il Rapporto «ci dice che noi siamo la causa dei cambiamenti climatici e che la nostra dipendenza dai combustibili fossili è di gran lunga la principale fonte di inquinamento che sta cambiando il nostro clima. Ora tocca ai governi».
In Europa – secondo un recente rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) – su 33 Paesi (quindi non solo quelli dell’Ue) 21 si sono già dotati di una strategia di adattamento e 17 hanno anche un piano nazionale. L’Italia lo ha adottato proprio nei giorni scorsi e lo renderà noto a breve.