Opel; Gm indica prime cifre: previsti 3.500 tagli


Berlino, 5 mar. (Apcom)
– Il piano di rilancio della casa
automobilistica tedesca Opel, a corto di liquidità a causa della
crisi della casa-madre General Motors, inizia a tradursi in
numeri concreti. Dopo quello sul fabbisogno finanziario (3,3
miliardi) e sugli stabilimenti a rischio (3), ieri è arrivato
anche il dato più atteso: quello sui probabili esuberi. Ed è una
cifra che non tranquillizzerà di certo le migliaia di dipendenti
Opel che appena pochi giorni fa erano scesi in piazza in tutta
Europa a difesa del proprio posto di lavoro.

Secondo quanto annunciato al quotidiano “Bild” dal numero uno di
Gm Europa, Carl-Peter Forster, la società tedesca taglierà 3.500
posti di lavoro. Cioè oltre il 10% del totale dei dipendenti (che
oggi sono 25.000). Il bilancio potrebbe però risultare più
drammatico. Quella di Forster rischia di essere infatti una stima
per difetto. Oltre a ulteriori riduzioni salariali per tutto il
personale, ha spiegato il manager alla Bild, ci sarà anche “il
taglio di speriamo non più di 3.500

posti”. Nessun dettaglio
sulle modalità (licenziamenti o, ad esempio, prepensionamenti).
Ma per il capo di Gm Europa il quadro è chiaro: Opel ha un
eccesso di capacità produttive del 30%. Secondo Forster la strada
migliore per risolvere il problema è la chiusura di tre
stabilimenti in tutta Europa. Un annuncio che ha ulteriormente
aumentato l’incertezza tra i dipendenti delle due fabbriche
tedesche che vengono considerate più a rischio: Bochum (in
Nordreno-Vestfalia, nell’Ovest della Germania) e Eisenach (in
Turingia, nell’Est).

Comunque, tra numeri provvisori e annunci non confermati, quello
che sembra per ora certo è che la situazione finanziaria di Opel
è preoccupante. Senza aiuti statali c’è il rischio di
un’insolvenza già ad aprile, ha fatto sapere la società. “C’è
bisogno di 3,3 miliardi di euro sotto forma di prestiti o
partecipazioni dirette”, ha ribadito oggi Forster. Il quale ha
subito aggiunto che, se Spagna, Inghilterra e Belgio (cioè gli
altri Paesi che ospitano stabilimenti Opel) parteciperanno
all’azione di salvataggio, allora “la parte tedesca si aggirerà
tra due e tre miliardi”. Berlino, però, non vuole farsi mettere
sotto pressione. E dopo i dubbi sul piano di rilancio già
espressi dal ministro delle Finanze Peer Steinbrueck, oggi è
stata Angela Merkel a frenare. La cancelliera ha negato alla casa
automobilistica qualsiasi trattamento speciale. A differenza
delle banche, Opel non è una società rilevante per l’intero
sistema economico, ha detto Merkel al quotidiano “Rheinische
Post”. Il che significa che la richiesta di aiuti non imboccherà
nessuna corsia preferenziale. Una posizione, questa, che si
scontra con quella dei socialdemocratici della Spd, alleati della
Cdu di Frau Merkel nella Grande coalizione.
Non sono comunque pochi gli esperti che mettono in guardia da
possibili aiuti pubblici per Opel. Dopo le banche “lo Stato non
deve sostenere adesso tutte le altre aziende possibili”, ha detto
alla Frankfurter Allgemeine Zeitung il nuovo capo del consiglio
economico dei “cinque saggi”, Wolfgang Franz.

In ogni caso, dopo il ministro degli Esteri e candidato
cancelliere della Spd, Frank-Walter Steinmeier, anche Frau Merkel
sarà presto a Ruesselsheim, presso la sede centrale di Opel. La
cancelliera visiterà lo stabilimento il 31 marzo, ha confermato
oggi il suo portavoce Ulrich Wilhelm. “La visita è in programma
da tempo e non è collegata a eventuali piani di salvataggio”, ha
precisato Wilhelm.

Aal

MAZ

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