SARONNO (s. giu.) Un acquirente potrebbe “salvare” i lavoratori dell’Anovo o quanto meno una parte: è lo spiraglio emerso nella riunione tra le rappresentanze sindacali e la proprietà che si tenuta martedì sera a Roma.
«La situazione è ancora molto instabile – spiega Valentino Ceriani della Fim Cisl – c’è un gruppo interessato ad alcuni reparti, ma purtroppo non c’è un accordo economico, così il passaggio dalla procedura fallimentare sembra inevitabile». Del resto la crisi dell’azienda, specializzata nella rigenerazione e riparazione di decoder e monitor, è di natura finanziaria. Nel luglio scorso la società madre, la francese Anovo sa, è stata messa in amministrazione controllata e il fondo, che l’ha rilevata,
ha deciso di non tenere la sede italiana e quella svedese. Il risultato è stata l’impossibilità per l’azienda di via Banfi di riscuotere un maxicredito di diversi milioni di euro che l’ha gettata sul lastrico. Da sei mesi, con la cassa integrazione ordinaria, anche la produzione è ridotta all’osso e lunedì mattina i vertici hanno comunicato ai dipendenti l’intenzione di ricorrere al fallimento. Sono a rischio 253 posti di lavoro.
«Al momento non è ancora stato definito l’iter che si seguirà – continua Ceriani – ma il fallimento dell’Anovo Italia sembra inevitabile anche nell’ottica dell’arrivo di un acquirente». Proprio per lasciare alla società il tempo per trovare la soluzione più adatta, soprattutto per tutelare i lavoratori, il Ministero darà un proprio contributo: «Ha garantito – conclude il delegato Fim Cisl – il proprio intervento nei confronti di clienti e creditori per evitare che la situazione degeneri. È importante cercare di preservare la produttività e i posti di lavoro». «Il business ha una sua economicità – chiarisce Giovanni Tonelli della Fiom Cgil – e come sindacati continueremo a lavorare per cercare di preservare tutti i posti di lavoro». Oggi alle 14,30 in Municipio si terrà l’incontro tra la proprietà, i sindacati, l’amministrazione comunale e i delegati Univa.
e.marletta
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