ORIGGIO Blitz degli animalisti alla fiera del bestiame di Origgio. Alcuni striscioni con la scritta «stop alla fiera del bestiame» o «la vostra fiera, la vostra lotta, la loro liberazione» e manifesti con immagini shock di agnelli macellati sono stati appesi nei giorni scorsi fuori dall’area di via Marconi, dove fino al primo maggio si terranno esposizioni di bovini e cavalli e concorsi per allevatori.
Gli striscioni sono stati rimossi dal Comune prima dell’inaugurazione della sessantesima edizione della fiera, che nel giorno di Pasquetta ha attirato circa 40mila visitatori. «Sono episodi che non meritano neanche di avere risalto, e che non hanno alcuna giustificazione», commenta il sindaco Luca Panzeri. La fiera è un’importante tradizione per Origgio – continua – e come ogni anno vigiliamo attentamente affinché la dignità degli animali venga rispettata». Nell’edizione 2011 di una delle manifestazioni per allevatori più importanti della Lombardia è stato applicato per la seconda volta in provincia, dopo Malpensa Cavalli, il nuovo codice etico ministeriale, una serie di linee guida che impegnano gli espositori a rispettare determinati standard nella cura degli animali.
A firmare gli striscioni è l’associazione «100% Animalisti», che predica «l’abolizione di ogni forma di violenza e di sfruttamento sugli animali» ed è stata protagonista di azioni di protesta in tutta Italia contro il circo, la caccia, la vivisezione o le fiere per allevatori, come quella di Origgio. «Nessun animale deve essere tenuto in prigionia, venduto e ucciso», spiegano sul loro blog, commentando l’ultimo blitz. «Queste fiere sono solo un mercato degli orrori degli animali –
continuano – vittime di chi lucra sulla loro vita e di un pubblico insensibile». Oltre agli striscioni fuori dai cancelli dell’area di via Marconi sono stati appesi sopra i cartelli con le locandine pubblicitarie dell’evento appese dal Comune nel centro del paese manifesti con immagini di bestiame al macello e la scritta «ecco l’agnello che non toglie i peccati del mondo». «Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, ma le evoluzioni legislative vanno verso una tutela massima della dignità degli animali», spiega Ferruccio Badi, presidente della sezione equini dell’Associazione provinciale allevatori di Varese, proprietario di un allevamento a Sumirago e membro della giuria della fiera.
«Le linee guida applicate a Origgio definiscono standard di benessere molto rigorosi – continua – che vanno dall’ampiezza delle stalle, alle condizioni di stress e alla qualità del cibo. I veterinari della Asl vigilano sul rispetto delle norme, e inoltre nessuno dei cavalli esposti è destinato al consumo. Se ad esempio tutti i cavalli vivessero in libertà come vorrebbero gli animalisti più irriducibili – conclude – non riusciremmo neanche a far capire a un bambino che cos’è un animale, e a insegnare il rispetto della dignità»
Andrea Gianni
f.tonghini
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