Il 9 Settembre una delegazione della giunta regionale visiterà gli ospedali di Busto Arsizio e Gallarate, oggi riuniti nella ASST della Valle Olona. Potrebbe essere un primo passo verso l’ospedale unico. Così si augurano i sindaci Antonelli e Cassani, pur con tutte le cautele che un tema di questa portata pretende. Il primo cittadino di Busto si sofferma soprattutto sul destino dell’attuale area ospedaliera. Il collega gallaratese guarda invece ai servizi, chiedendo che il risultato dell’accorpamento
non si riduca alla somma algebrica dei due presidi, ma guadagni in termini di qualità. Certo, il percorso è ancora lungo, complesso e decisamente costoso. Ma è chiaro che, in prospettiva, il maxi investimento necessario per la realizzazione del nuovo polo sanitario risulterebbe vantaggioso, eliminando i doppioni e risparmiando su parecchie voci. Per quanto riguarda la collocazione, e accantonata l’opzione Malpensafiere, Antonelli resta vago, ma fa capire di essere al lavoro su una valida alternativa. Non resta che attendere gli sviluppi e sperare che gli attuali vertici di Regione Lombardia si dimostrino più lungimiranti rispetto ai loro predecessori, che una dozzina di anni fa persero la grande occasione di un ospedale unico nell’alto varesotto. Ma i tempi sono cambiati, così come le esigenze della collettività: non si guarda più all’ospedale come “cattedrale della salute”, ma come l’apice di una piramide formata da diversi livelli, diversi servizi, diverse risposte. Ed è proprio in questa ottica che dobbiamo guardare al progetto di Busto-Gallarate e del percorso necessario per realizzarlo: una prima declinazione concreta di una nuova era della quale, finora, abbiamo solo sentito parlare.