Napoli, 5 ago. (TMNews) – Il Tribunale del Riesame (ottava sezione, presidente Pierluigi Di Stefano) ha confermato la misura cautelare in carcere nei confronti di Alfonso Papa, ex magistrato e parlamentare Pdl coinvolto nell’inchiesta sulla P4 della Procura napoletana per favoreggiamento, concussione e rivelazione di segreto di ufficio. La decisione dei giudici è arrivata nel pomeriggio: no alla scarcerazione dell’indagato, e no all’alternativa degli arresti domiciliari. Troppo gravi gli indizi di colpevolezza raccolti dai pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock, del pool Reati contro la Pubblica Amministrazione coordinato dall’aggiunto Francesco Greco.
L’impianto accusatorio ha retto, sebbene due capi di imputazione siano stati annullati dal Riesame. Si tratta delle accuse relative al favoreggiamento personale (per gli inquirenti, Papa avrebbe raccolto e rivelato, su richiesta di Bisignani, notizie su un procedimento relativo al direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica, Lorenzo Borgogni) e a un’ipotesi di concussione (quella relativa a presunte pressioni esercitate sull’imprenditore Guglielmo Boschetti al quale il deputato avrebbe chiesto una provvigione in cambio di un aiuto nel suo lavoro che avrebbe potuto garantirgli grazie alle conoscenze di Bisignani, una proposta che, a detta dell’imprenditore, non approdò a nulla di concreto perché i rapporti tra i due cessarono).
Dalla Procura di Napoli solo un commento: “E’ la conferma che l’inchiesta poggia su basi solide e non su polveroni”. Pronti a dare battaglia i due avvocati di Papa, i penalisti Carlo Di Casola e Giuseppe D’Alise. “Attendiamo di conoscere le motivazioni del Riesame e ricorreremo certamente in Cassazione”, ha dichiarato l’avvocato D’Alise. La difesa potrebbe riproporre anche la questione del vizio di forma, tornando a mettere in discussione la regolarità della notifica dell’avviso di udienza a uno dei difensori. Questione che il Riesame ha invece bypassato, ritenendo regolare la procedura di notifica.
Papa dunque resta in cella e appare ormai provato dagli ultimi sviluppi dell’inchiesta: prima la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati della moglie Tiziana Rodà per un’ipotesi di concussione, poi la conferma del carcere da parte del Riesame.
L’ex magistrato è rinchiuso dal 20 luglio scorso nella casa circondariale di Poggioreale e trascorre le giornate leggendo molto, giornali, riviste e libri, dialogando con i compagni di cella e con il cappellano del carcere. L’inchiesta intanto prosegue: si attende ora la decisione del Riesame sull’appello presentato dalla Procura contro il rigetto, da parte del gip, della misura cautelare in relazione al reato di associazione per delinquere, contestato dagli inquirenti che ipotizzano l’esistenza di un sistema di potere organizzato.
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