– Vendevano “pacchi” online e con i soldi incassati acquistavano merce taroccata: coppia di sposini trentenni smascherata da un’operazione congiunta della guardia di finanza del Gaggiolo guidata dal capitano e dei carabinieri della compagnia di Varese guidati dal capitano .
Le vendite, per così dire, andavano avanti dal 2014. Fondamentale l’aiuto di una ragazzina di Torino che, interessata all’acquisto di un cellulare, ha notato qualcosa di strano nella pagina Facebook dell’attività farlocca a conduzione familiare e ha chiamato il numero indicato sulla pagina registrando la conversazione, per poi consegnarla ai carabinieri di Torino. Ad oggi sono 77 le denunce per truffa arrivate ai carabinieri di Varese e riconducibili alla coppia di sposini e a un terzo complice,
addetto alla contabilità, per così dire, che gestiva i conti poste pay sui quali i truffati eseguivano i versamenti. Il sistema era piuttosto semplice. Attraverso la pagina Facebook che pubblicizzava l’attività di famiglia e il sito di e-commerce “subito.it”, la coppia di trentenni, lei italiana, lui senegalese, residenti nella zona di Cantello, metteva in vendita telefoni cellulari di cui però non erano assolutamente in possesso. Modelli smartphone di ultima generazione messi sul mercato a prezzi più che interessanti. Le scuse usate per camuffare la truffa erano le solite. Dal cellulare regalato ma non gradito, a quello il cui possessore trovava difficoltà nell’utilizzo. Tutto veniva organizzato per far credere che si trattasse di una vendita genuina. L’acquirente versava un acconto cospicuo sul conto poste pay indicato e poi attendeva invano l’arrivo del cellulare. Il telefono, ovviamente, non veniva mia recapitato.
Si trattava di una truffa. I carabinieri della compagnia di Varese erano già sulle tracce dei truffatori, quando la loro indagine, si è incrociata con l’inchiesta che stavano portando avanti i militari della guardia di finanza del Gaggiolo, concentrati su un giro di prodotti taroccati tra finti Moncler, finte borse Prada, accessori Chanel che nulla avevano a che vedere con gli originali, e cui più ne ha più ne metta. Al termine dell’inchiesta congiunta è emerso il quadro completo del traffico, che viaggiava su un doppio binario. La coppia vendeva cellulari inesistenti attraverso il web e con l’incasso della truffa acquistava la merce contraffatta che vendeva nei mercati, a quanto pare. Insomma gabbando chi credeva di ricevere a casa un cellulare di ultima generazione, marito e moglie finanziavano l’acquisto di falsi che poi venivano venduti, quelli sì, al dettaglio ma anche all’ingrosso. A casa della giovane coppia i militari hanno anche trovato il deposito della merce contraffatta, pronta per essere messa in vendita. Ora si lavora per accertare eventuali ramificazioni del giro, in particolare dove i griffati tarocchi venivano venduti e con quali modalità, e per individuare eventuali altri truffati con la scusa del cellulare. Chiunque sia incappato in un fatto simile deve immediatamente denunciarlo. Marito e moglie sono stati immediatamente denunciati, così come il complice addetto alla contabilità. La merce taroccata è stata invece sequestrata.