«Un pensiero non può non andare a chi per distrazione ha investito Lorenzo. A un uomo che ha un figlio appena nato, che ogni volta che lo guarderà negli occhi penserà a quell’altro figlio, Lorenzo, che non c’è più». , nella sua omelia, ha richiamato la comunità di Cocquio Sant’Andrea alla «condivisione del dolore» e ad «abbandonare la cultura del fare le cose contempo-raneamente, che produce disattenzione e di conseguenza distruzione». «Torniamo ad essere attenti – ha detto don Franco – Toccate da questo dolore immane ci sono due famiglie. Questo dolore può essere attenuato solo dal reciproco riconoscimento del dolore. E’ solo così che si può ripartire: condividere il dolore ci rende una comunità».
I negozi di Cocquio Sant’Andrea ieri sono rimasti chiusi in segno di rispetto. Alcuni hanno esposto cartelloni, motivando la chiusura con il desiderio di rimanere vicini alla famiglia Mazzini.
Alla cerimonia funebre c’era l’intero paese: le autorità comunali, i ragazzi dell’atletica di Gavirate, gli studenti delle scuole medie di Cocquio Sant’Andrea e i compagni di classe del liceo artistico Frattini.
Molti ragazzi hanno portato un fiore, altri si sono fatti confezionare una rosa dipinta di verde, il colore preferito di Lorenzo.
Per regolare la viabilità, e facilitare il parcheggio, sono intervenuti gli agenti della polizia locale e gli alpini. Presente anche una delegazione della Croce Rossa, con le divise rosse.
La classe seconda B del liceo Frattini ha voluto ricordare Lorenzo nei momenti più belli con un cartellone fotografico, pieno di foto gioiose, con una frase che a leggerla sembrava scritta proprio dal quindicenne scomparso: «E quando me ne sarò andato, va avanti, non addolorarti, risollevati ogni volta che senti il suono della mia voce e pensa che io sto vegliando su di te sorridente e non ho sentito nulla quindi piccola non soffrire, sorridimi e basta».