Palermo, la Curia dice no alla veglia contro vittime omofobia

Palermo, 9 mag. (TMNews) – Non accenna a diminuire la polemica scoppiata a Palermo, dopo il veto espresso dalla Curia nei confronti della veglia in memoria delle vittime dell’omofobia, organizzata in un primo momento per il 12 maggio nella chiesa di Santa Lucia. La decisione di non concedere la parrocchia di fronte al porto all’associazione “Ali d’Aquila-lesbiche e gay cristiani’ promotrice della veglia, nasce dal richiamo alla “Lettera ai vescovi della chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, firmata 25 anni fa dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, oggi Benedetto XVI.
Nel testo viene sottolineata infatti la necessità di ritirare “ogni appoggio a qualunque organizzazione che cerchi di sovvertire l’insegnamento della Chiesa, che sia ambigua nei suoi confronti, o che lo trascuri completamente”.

Il parroco di Santa Lucia, don Luigi Consonni, contattato da TMNews spiega di “aver detto inizialmente sì alla veglia, ritenendo del tutto normale favorire un momento di preghiera tra fedeli”, e di essere rimasto anch’egli “sorpreso dalla decisione della Curia”, cui ha dovuto comunque attenersi. Immediata la replica delle associazioni gay e lesbiche palermitane, che a dieci giorni dal secondo “Palermo Pride”, affidano ad una nota la loro indignazione, annunciando di voler ugualmente ricordare le vittime della violenza omofona incontrandosi sul sagrato della chiesa negata.

“La posizione della Curia ci addolora ma purtroppo non ci stupisce – scrivono gli organizzatori del Palermo Pride -. Il documento cui ci si richiama per negare l’uso della chiesa per lo svolgimento della veglia, che prevede la cura pastorale degli omosessuali, con l’assistenza di medici e psicologi, è lo stesso in cui al punto 10  si legge che quando l’omosessualità è accettata come buona e normale non ci deve sorprendere se poi altri comportamenti irrazionali e violenti come quelli contro le persone omosessuali aumentano”.

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