«Papà è morto in ospedale E ora vogliamo sapere perché»

TRADATE «Morto prima di un’endoscopia. Vogliamo sapere perché». È la domanda, e la richiesta di chiarezza, che hanno affidato ad un esposto-denuncia i familiari di Antonino Lamarca, 78 anni, deceduto sabato notte all’ospedale di Busto Arsizio dopo che era stato trasportato da Tradate per eseguire un’endoscopia.

Ieri pomeriggio la decisione di rivolgersi ai Carabinieri per depositare la denuncia, dopo aver letto sui giornali la notizia del furto dei macchinari nel reparto di endoscopia digestiva del “Galmarini”, proprio quell’esame che i medici del nosocomio di Tradate avevano ritenuto necessario per l’uomo.

Dializzato, Lamarca era stato portato da uno dei figli al pronto soccorso di Tradate sabato scorso all’ora di cena, dopo che aveva vomitato sangue in seguito alla dialisi eseguita nel pomeriggio all’ospedale Galmarini dove era in cura da circa un anno.

«È rimasto lì per più di quattro ore, fino a mezzanotte, perdendo molto sangue ed effettuando una serie di trasfusioni – racconta Angela, una dei dieci figli in lutto per la morte di Antonino Lamarca – I medici ci hanno detto che necessitava di un’endoscopia dopo che le lastre non avevano chiarito quale fosse il problema. Dopo la mezzanotte è stato trasportato a Busto per effettuare l’esame ma è arrivato in ospedale già morto».

La coincidenza dell’episodio del furto dei macchinari endoscopici al “Galmarini”, che secondo la ricostruzione dell’azienda ospedaliera sarebbe avvenuto nella notte tra sabato e domenica, ha sollevato i dubbi dei familiari e le richieste di chiarimenti, dopo che su richiesta dei figli già era stata disposta l’autopsia sulla salma dell’uomo per verificare i motivi del decesso.

«Vogliamo dei chiarimenti, vogliamo capire perché l’endoscopia non è stata eseguita direttamente a Tradate e perché nostro padre è stato trasportato a Busto – prosegue Angela Lamarca – È morto dopo ore di agonia e vogliamo capire bene cosa è successo».

Dal canto suo Armando Gozzini, il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio, si limita ad aspettare comunicazioni ufficiali prima di esprimersi sulla vicenda: «È bene che si facciano tutte le verifiche e si chiariscano i fatti».

Nel frattempo i disagi al reparto di endoscopia digestiva dureranno ancora per 8-10 giorni, in attesa di noleggiare la strumentazione sostitutiva. «Per far fronte a questo episodio impensabile, noleggeremo le attrezzature – fa sapere il direttore generale Gozzini – i pezzi sostitutivi arriveranno a Tradate verosimilmente entro 8-10 giorni al massimo. Ci stiamo già muovendo per chiedere all’assicurazione il rimborso dei danni e per riacquistare i macchinari che ci hanno derubato».

Dopo l’episodio sono partiti gli avvisi agli utenti che avevano prenotato gli esami mentre l’attività ordinaria del reparto è stata dirottata su Busto Arsizio e Saronno. Si punta inoltre a «potenziare la sicurezza nei tre ospedali» spiega il dg. Tra i deterrenti, il ricorso ai vigilantes e alle telecamere.
Andrea Aliverti

s.bartolini

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