Gerusalemme, 11 mag. (Apcom) – Il “vero interesse” di una nazione “viene sempre servito mediante il perseguimento della giustizia per tutti”: è l’ammonimento pronunciato dal Papa di fronte al presidente e al premier israeliani, Shimon Peres e Benjamin Netanyahu, in un passaggio dedicato al tema della “sicurezza durevole” del suo discorso al palazzo presidenziale.
Pur senza entrare esplicitamente nelle controversie sulla sicurezza tra israeliani e palestinesi, Benedetto XVI ha affermato che “i valori e i fini autentici di una società, che sempre tutelano la dignità umana, sono indivisibili, universali e interdipendenti. Non si possono pertanto realizzare – ha detto – quando cadono preda di interessi particolari o di politiche frammentarie”. La società, ha proseguito, non può diventare “una comunità di nobili aspirazioni, dove a tutti di buon grado viene dato accesso all’educazione, alla dimora familiare, alla possibilità d’impiego, una società pronta ad edificare sulle fondamenta durevoli della speranza?”. E ancora, in implicito riferimento alle vittime del terrorismo palestinese e degli attacchi militari israeliani: “Quali genitori vorrebbero mai violenza, insicurezza o divisione per il loro figlio o per la loro figlia? Quale umano obiettivo politico può mai essere servito attraverso conflitti e violenze?”.
Per Ratzinger, in termini più spirituali, “sicurezza, integrità, giustizia e pace: nel disegno di Dio per il mondo esse sono inseparabili”. Citando poi il profeta Isaia, il Papa ha affermato: “Praticare la giustizia darà pace, onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre”. A monte, per Benedetto XVI, è necessaria una “conversione dei cuori” che “obbliga a guardare l’altro negli occhi e a riconoscere il ‘tu’ come un mio simile, un mio fratello, una mia sorella”.
Ska
© riproduzione riservata