– Sono partiti ieri due documenti, uno siglato dalle forze politiche del consiglio comunale e l’altro dai medici dei due ospedali, diretti a Regione Lombardia, dove oggi pomeriggio riprende la discussione sulla riforma che ridisegnerà l’assetto della sanità regionale.
Come era stato concordato in seguito alla serata di venerdì in Fondazione Carnaghi Brusatori, dove, ricorda il sindaco , «è stata sottolineata da più parti, tecniche, professionali, amministrative e politiche, l’assoluta e inderogabile necessità che, ancor più alla luce dell’ambiziosa prospettiva di un’integrazione tra i poli ospedalieri e la medicina territoriale, sia essenziale l’integrazione tra il polo di Busto Arsizio e quello di Gallarate».
Da un lato c’è il documento “bipartisan” delle forze consiliari, siglato per ora da Pd, Forza Italia e Pdl ma aperto alla sottoscrizione degli altri gruppi, in cui si invoca «una forte integrazione tra territori confinanti tra loro, quali Busto, Gallarate e Valle Olona, accorpabili in una logica più ampia di “area Malpensa” anche nella prospettiva di creare un nuovo e più moderno polo ospedaliero come già realizzato a Varese e Legnano».
Dall’altro, il documento siglato da alcuni medici dei due ospedali (, , e per Busto; per Gallarate), a farsi portavoce delle riunioni fatte la scorsa settimana nei due presidi di Busto e Gallarate: un’Asst del sud della provincia «consentirebbe di fare perno sull’integrazione, la vicinanza territoriale, la specificità e l’omogeneità tra le diverse realtà ospedaliere per una più coerente unità di percorso».Anche perché le due realtà «sono omogenee dal punto di vista clinico e dei rapporti tra settori», mentre al contrario «unire Gallarate a Varese sarebbe una forzatura nell’ottica dello scopo della cura della persona».