I mille di Varese per Matteo Renzi: Palazzo Estense diventa sempre più battaglia «simbolica». A chi gioverà, alla fine?
Dopo l’adunata dei mille ieri al Vela per Renzi, è sfida a distanza con l’altro Matteo, Salvini, che a Varese ci viene ogni due settimane e ci tornerà venerdì sera. Stili diversi: Renzi in un cinema con le poltroncine rosse, Salvini a passeggio per le strade e in comizio nelle piazze. Stessa sfrontatezza: se la Lega fuori dal Vela contesta,
il premier in sala tira bordate contro Maroni, i diamanti in Tanzania e i parlamentari leghisti che sarebbero per il “no” al referendum Costituzionale perché non vogliono mollare la poltrona. Ma i discorsi, quelli dei leader, sono analoghi, e vertono soprattutto sulla questione nazionale, quasi ideologica. Varese nella battaglia campale tra i due Matteo rimane sullo sfondo, come una bandierina importante da poter sventolare nella maratona che li vedrà contrapposti fino al referendum di ottobre. Come Salvini si concentra sugli immigrati, Renzi si limita a sfottere la Lega pre-salviniana e parlare di coraggio contro la paura e di rottamazione della casta, di unioni civili e di legge elettorale. Di Varese però si parla poco. «Davide, noi ci saremo» promette Renzi. «Il vostro Comune è un punto di riferimento importante». Ma fa il segretario del Pd più che il presidente del Consiglio.
Nel nostro piccolo, sul giornale di ieri avevamo fatto dieci domande su questioni chiave su cui Varese pretende risposte. Pedemontana, frontalieri, Agusta Westland, Malpensa. Ma anche la valorizzazione del Sacro Monte chiesta da Galimberti. Prima o poi ci piacerebbe, e piacerebbe anche ai varesini, avere qualche risposta.