– Ci avevamo creduto tanto e siamo rimasti con il cerino in mano. Leonardo Pavoletti è stato escluso dalla lista dei 30 convocati per l’Europeo. Il ct Antonio Conte gli ha preferito Ciro Immobile, Eder, Graziano Pellè, Lorenzo Insigne e Simone Zaza. L’ex attaccante del Varese ora al Genoa, che era in predicato di essere la sorpresa di questa spedizione azzurra, è stato sacrificato sull’altare di attaccanti che in questa stagione hanno segnato e dimostrato molto meno di lui.
Bastano alcuni dati: in tutte le manifestazioni giocate nel 2016, i cinque scelti da Conte hanno messo a segno 21 reti, mentre due esclusi eccellenti come Pavoletti e Belotti (fuori anche dallo stage) hanno macchiato il tabellino ben 20 volte in due.
Bando ai numeri, però, la scelta di lasciare a casa Pavoletti ha fatto discutere e non poco ieri, tra social ed addetti ai lavori. Una scelta impopolare, dunque, che solo il futuro sancirà se giusta o sbagliata. Allo stato attuale comunque nessun attaccante ha la forma psicofisica di Pavoletti: così la decisione di lasciarlo a casa è davvero difficile da comprendere. E, inevitabilmente, fa discutere, soprattutto chi lo ha conosciuto bene a Varese e assicura che quel pass europeo se lo sarebbe più che meritato.
Nel caso specifico, Neto Pereira, coinquilino del Pavo nel reparto d’attacco del Varese 2013/2014: «Meritava una maglia per gli Europei, ne sono sicuro. Ha fatto bene per tutta la stagione, segnando più di tanti altri. E un attaccante con le sue caratteristiche in Italia non c’è: peccato».
Neto ammette anche che si aspettava che Leo arrivasse a questi livelli in Serie A e ad un passo dagli Europei: «In lui ho sempre visto carattere, personalità, fame. Aveva ed ha voglia di vincere, ed è una cosa che prescinde dalle sue qualità sul campo. Dà tutto, ha una costante propensione a migliorarsi. Quindi sì, me lo aspettavo: l’ho sempre ritenuto un predestinato».
Il rapporto tra i due fenomeni dell’attacco biancorosso è rimasto buono anche se le strade si sono divise: «Ci sentiamo e sono contento che la sua carriera abbia preso la svolta giusta, se lo merita. E sono convinto che ritroverà presto l’Azzurro».
Dall’attaccante al mister di quel Varese, Stefano Bettinelli, che già nei giorni scorsi aveva lanciato la volata a Leo: «Credo che essere stato convocato per uno stage sia già molto importante per lui. Le scelte del ct vanno misurate a vari livelli e non sono dettate dalle capacità di Leo, che non sono assolutamente in dubbio. Purtroppo per lui le scelte sono cadute su altri giocatori, però ripeto, il fatto di essere stato convocato è già meraviglioso di suo, lui non deve vivere questa scelta come un’esclusione ma come l’inizio di qualcosa di importante».
Non è la fine, dunque, ma solo l’inizio: «Le scelte, ripeto, vanno rispettate ma per lui a mio parere questo deve essere solo l’inizio. Ha dimostrato di avere il livello per stare in nazionale, non deve pensare che sia una bocciatura, deve lavorare per tornare in Azzurro. Magari in estate passerà anche in una piazza più importante, non che Genova non lo sia, ed avrà ancora più occasioni per farsi vedere agli occhi del nuovo commissario tecnico».