«Pavoletti-gol», e la gente impazzisce A Ispra bagno di folla mai visto

Lo striscione chilometrico non lascia dubbi. Sì, grande Varese, secondo e da inchini: ma su tutti c’è lui, “Pavole tti goal”, come recita il lenzuolo appeso per tempo all’ingresso della nuova sede del club Ispra Alcoolica, la pizzeria Julias e Benny, nel cuore antico del borgo lacuale.

I tifosi si radunano in largo anticipo nella piazzetta: una simpatica vecchietta passa, li guarda e domanda cosa stia succedendo. «C’è una festa coi giocatori del Varese», le si spiega nel modo più semplice possibile. Allora lei sorride e fa: «Ah, bello!». Potere del biancorosso.

Prima di Pavoloso compare patron , con moglie figlio e papà. Accoglienza da brividi: cori, applausi e il primo giro di sangria scolato tutto d’un fiato. Il piccolo si guarda attorno stupito, mamma se lo mangia con gli occhi e racconta sorridente che l’erede «ieri ha detto: voglio suonare il contrabbasso. Chissà dove l’ha sentito!».

Il presidente saluta tutti, uno a uno, e gonfia il petto: «Quando sono arrivato al Varese ho parlato dei tifosi come del terzo pilastro della casa. Non bado a chi manca, penso a chi c’è e ne sono orgoglioso: non è questione di classifica, anche se ovviamente la guardo e mi piace molto, la gente ci dà affetto perché si riconosce in quello che facciamo. Se i numeri del pubblico sono questi, un motivo c’è e va cercato nel passato: chi non viene tornerà, lungi da me criticare o fare la morale. Però chi viene è importante, vedo la passione crescere di giorno in giorno».

Poi arriva , che qui è di casa essendo di Leggiuno, e scorta quattro giocatori: in rigoroso ordine alfabetico , , e . Quando compare Leo viene giù la veranda della pizzeria: oh, abbiamo trovato uno che fa concorrenza a all’applausometro. Lui, il bomber da un gol a partita, si schermisce e gode della popolarità: già s’è capito che non sente la pressione, anzi se ne giova. Più lo aspetti e più rende: è la cifra dei grandi, quelli che provano gioia e non stress.

«Non mi aspettavo di entrare subito nel cuore di così tante persone – spiega Leo – mi piace pensare che i gol non c’entrino. Credo che la gente apprezzi il mio atteggiamento: in campo do sempre tutto, fuori dal campo sono una persona semplice». Touchè: il record delle foto ricordo è tutto suo, anche se diversi cellulari fanno cilecca col buio. In un angolo, l’attrice gongola: «Si respira un entusiasmo vecchio e nuovo insieme. Io, come madrina della squadra, sono contenta di metterci la faccia, testimonial e compagna d’avventura di questi splendidi ragazzi».

Pizza e sangria vanno via che è un piacere. , presidente del club isprese, è al settimo cielo: «Siamo nati ufficialmente l’8 maggio 2012, abbiamo già 110 soci: vengono soprattutto da Ispra e Angera, ma abbiamo anche amici di Saronno e di altri centri della provincia». Le sciarpe d’ordinanza recitano “Ubriachi di Varese”, l’uomo del destino è sempre lui: «Pavoletti fa la differenza: Iddio ce lo conservi sano, perché ci porta lontano».

Alle sue spalle sussurra il signor , lunghissima militanza biancorossa: «Dia retta a me, è l’anno buono. Il Lanciano vola, ma noi non siamo da meno. Terremo il passo delle prime, quando gli abruzzesi caleranno in testa ci andremo noi. E finalmente torneremo in serie A».

Allo scoccare delle nove suona la ritirata per Pavoletti: lo aspettano a Varese per un altro bagno di folla. Papini lo sequestra, lui saluta acclamato come un papa. E promette nuovi miracoli al popolo in estasi.

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