Pd, adesione al progetto Sprar: «È questa la strada da percorrere»

La minoranza. Attraverso il consigliere Massimo Brugnone, chiesta la convocazione del «tavolo di lavoro col terzo settore»

Profughi, il Pd invoca una soluzione condivisa: «L’adesione al progetto Sprar è la strada da percorrere». È la posizione che il Partito Democratico ha messo nero su bianco in una mozione riguardante la questione del “centro profughi” di via dei Mille. Lo Sprar è il sistema pubblico dell’accoglienza dei richiedenti asilo, e secondo il Pd rappresenterebbe la soluzione ideale per superare le problematiche emerse dopo la protesta dei migranti di via dei Mille: «Il Comune farebbe da regia ad altre realtà

del terzo settore che potrebbero essere coinvolte nella gestione del centro, garantendo parametri di qualità e percorsi di integrazione e inserimento sociale dei migranti».
In parallelo, in un’altra interrogazione, di cui è prima firmataria Valentina Verga, il Pd ha chiesto la convocazione del «tavolo di lavoro col terzo settore al fine di co-progettare un percorso di accoglienza che non possa prescindere dalle caratteristiche di competenza e professionalità da parte dei gestori».

Nell’ultima seduta del consiglio comunale, il primo firmatario della “mozione Sprar”, Massimo Brugnone, ha rivolto al sindaco Emanuele Antonelli un appello a «non affrontare in modo ideologico» la questione di via dei Mille, stigmatizzando la costituzione del Comitato Basta Profughi, «alla cui presentazione sono intervenuti anche membri della giunta». L’esponente Pd sottolinea la “giravolta” del sindaco sul tema dell’accoglienza: «Il 3 agosto scorso è stato proprio il sindaco a dichiarare che il Comune si sarebbe fatto carico dell’emergenza profughi, per evitare che la comunità si schierasse contro persone che hanno bisogno perché scappano dalle guerre e dalle persecuzioni. Pensava anche di risolvere il caso delle carte d’identità, ma si è fatto condizionare dalla Lega Nord, che prima ce l’aveva con i “terroni” e che ora se la prende con i rifugiati per convenienze elettorali. Lo dico da figlio di migranti, che a Busto Arsizio sono stati accolti con le porte aperte».