L’Aquila, 16 ott. (TMNews) – Chiedono spazio, innovazione e rinnovamento, ma stando attenti a non provocare traumi all’interno del partito. I trentenni e quarantenni del Pd, confluiti nell’area “Rifare l’Italia”, scelgono una linea più soft rispetto ai “rottamatori” di Matteo Renzi. Al sindaco di Firenze è riservata un’implicita stoccata nell’intervento conclusivo di Stefano Fassina, membro della segreteria nazionale del partito: “La nostra non è una proposta generazionale, ma non abbiamo alcun problema a stare all’interno di un fiorire di iniziative, purché non servano interessi personalistici, che sfruttano l’onda dell’anti-politica, indebolendo il partito anziché rafforzarlo”. Dopo la convention d’esordio a Pesaro, le nuove generazioni dei democratici sono tornate a incontrarsi oggi all’Aquila, definita “il simbolo delle incompiute e dell’inconcludenza del Governo”.
Le riflessioni sugli incidenti avvenuti domenica a Roma, nel corso della manifestazione degli “Indignati”, hanno trovato spazio nella gran parte degli interventi. “Poche migliaia di mascalzoni hanno sfruttato una manifestazione straordinaria, animata da persone pacifiche che intendevano solo protestare, per inscenare atti di violenza e di teppismo già visti in epoche oscure – ha detto il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti -. Il mio pensiero va ai giovani delle forze dell’ordine, che in questo momento sono in ospedale per avere difeso il diritto di tutti a manifestare e per essersi opposti agli ammazza-movimenti, che puntualmente riemergono nel corso delle fasi delicate per il Paese”.
Andrea Orlando, uno dei promotori di “Rifare l’Italia”, ha ribadito “un secco no a ogni forma di violenza”, invitando al contempo il partito “a interrogarsi sui grandi nodi posti dall’attuale fase economica e portati in piazza dai manifestanti pacifici”. Orlando ha punzecchiato i notabili del Pd, riferendosi a “una generazione che ha sognato di abbattere il capitalismo e che ora, per ansia di legittimazione, sembra aver rinunciato anche a riformarlo”. Ha accennato a un conflitto interno al partito “tra governance di diritto e governance di fatto, che rischia di schiacciare la nostra generazione, stretta tra personaggi navigati che si improvvisano nuovisti e giovani trentenni spazientiti da logiche che non possono comprendere”. Orlando ha invitato a meditare “sull’ossessione della leadership che pervade il Pd” e esortato a “non legare il tema della classe dirigente unicamente alla questione generazionale, che pure esiste”.
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Xab
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